Lo avevano annunciato e lo hanno fatto. Le consigliere comunali di maggioranza (PD e Sinistra per Desio) hanno querelato la militante di Forza Nuova Fiorella Carpignaghi, dopo l’insulto sui social dello scorso 16 marzo. A tre mesi di distanza dal caso che aveva suscitato molto clamore, anche a livello nazionale, le donne del centrosinistra hanno dato mandato al loro avvocato di depositare querela nei confronti dell’esponente di estrema destra.
«Le parole sono importanti e ognuno è responsabile delle proprie azioni, ancor di più se fa politica attivamente – dichiarano le consigliere Jenny Arienti, Sara Perego, Mariangela Ravasi, Marialuisa Ricchiuti, Marta Sicurello e Nunzia Smiraglia -. In questo periodo storico, la violenza verbale è all’ordine del giorno nelle agende politiche e per dare un segnale di distanza da questo metodo che non ci rappresenta, nei giorni scorsi abbiamo dato mandato all’avvocato Alberto Vitale del Foro di Como di depositare querela nei confronti di Fiorella Carpignaghi».
Del caso, tre mesi fa, si erano occupati anche i media nazionali. Fiorella Carpignaghi era presente in aula tra il pubblico, insieme ad altri esponenti di Forza Nuova, la sera in cui il consiglio comunale aveva approvato (con i voti della maggioranza e dei 5 Stelle) una mozione antifascista che prevede il divieto di utilizzo di spazi pubblici a chi non sottoscrive una dichiarazione di condivisione dei valori democratici e antifascisti della Costituzione.
La mozione era stata poi approvata dalla maggioranza di centrosinistra e dai 5 Stelle, mentre i consiglieri di Lega e Forza Italia erano usciti dall’aula al momento del voto. Subito dopo la seduta di consiglio comunale, aveva scritto un post su facebook: “Spero vivamente che alcune consigliere subiscano violenze e stupro da parte di qualche bel nigeriano”. Un post che è sparito dopo poco tempo, per decisione dello stesso social network, ma che qualcuno aveva già salvato e diffuso. Così il caso è scoppiato. «Ora arriva il ricorso delle consigliere di maggioranza all’unica via che si ritiene giusta verso chi confonde la politica con il denigrare, insultare e offendere gli altri (intesi come avversari): la Giustizia» commentano le consigliere. «Fare politica significa anche avere equilibrio e buon senso. La querela serva anche da esempio e monito per chi fa della violenza verbale il suo modus operandi. Abbiamo deciso, sin da ora, di devolvere in beneficienza l’eventuale risarcimento che la Carpignaghi dovrà per il suo comportamento».