L’ospedale di Desio ha un nuovo pronto soccorso pediatrico e una nuova Obi, l’Osservazione breve intensiva per i pazienti che arrivano senza bisogno di ricovero. Lo riferisce l’Asst Brianza all’avvio del nuovo anno al termine dei lavori che hanno dato nuovi spazi di cura al presidio ospedaliero, proprio nei giorni dell’arrivo del nuovo direttore generale Carlo Tersalvi (il progetto risale ovviamente al predecessore Marco Trivelli, ora all’Asst di Lecco).
Desio: l’ospedale e la nuova osservazione breve
“L’Obi è un’area del pronto soccorso in cui sono ospitati i pazienti che non necessitano di un ricovero immediato, ma di una terapia con osservazione clinica o di ulteriori approfondimenti diagnostici prima di un eventuale invio in reparto (in genere, poco meno del 10% dei casi) o della dimissione – chiarisce la direzione – La nuova osservazione di Desio (al piano terra del Corpo B dell’Ospedale) ha attualmente una dotazione di 6 posti letto (ne sono previsti prossimamente altri 4)”.
I letti sono tutti monitorati – aggiunge l’Asst – e dispongono di un sistema di telemetria che consente ad ogni istante la rilevazione a distanza di tutti gli indicatori che interessano il paziente in osservazione. “Gli standard di sicurezza rispetto al passato, dunque – spiega il primario Isabella Riva – sono notevolmente aumentati e al massimo livello attuale”. Tra le dotazioni dei posti letto anche un sollevatore automatico per una migliore mobilizzazione del paziente obeso.
Anche il nuovo pronto soccorso pediatrico, che in precedenza era situato presso il reparto, è adiacente agli ambienti dell’emergenza-urgenza dell’ospedale di Desio, il che consente ai pediatri di operare con contatti più puntuali con gli operatori medici e infermieristici del pronto soccorso. La novità è l’osservazione breve intensiva pediatrica, che ha due posti letti.
Desio: l’ospedale, il pronto soccorso, l’aumento di violenza
Il pronto soccorso di Desio registra una media di 65.000 accessi all’anno, 180 al giorno, con un bacino di utenza amplissimo – ricapitola l’Asst Brianza – Negli ultimi 15/20 giorni si è arrivati a 200/220 accessi quotidiani: responsabile in primis i virus respiratori. “Il fatto è che in pronto soccorso – dice il primario – riscontriamo come la domanda di salute sia spesso anche domanda di assistenza, cura, presa in carico con tutte le problematiche di carattere sociale che i diversi casi si portano dietro. Penso agli anziani o ai grandi anziani, spesso soli; penso all’interlocuzione frequente che abbiamo, con gli assistenti sociali in ospedale e sul territorio”.
“E poi – racconta Isabella Riva– c’è la questione dell’aumento dell’aggressività in pronto soccorso e delle pretese talvolta violente e ingiustificate nei confronti degli operatori impegnati generosamente e in modo straordinario, anche tra criticità, per una presa in carico del paziente che è molto più complessa rispetto al passato. Sono azioni e comportamenti che in taluni casi si scaricano sugli ambienti e i beni tecnologici della nostra struttura: beni comuni, che appartengono a tutti. Non è accettabile e non è giusto”.