Desio, da quattro anni vive in un garage e arriva il freddo: «Chiedo aiuto al Comune»

Savas Durmarel, 68 anni, ex camionista in pensione di origine turca, è malato e chiede aiuto al Comune per non subire l'inverno.
Savas Durmarel, 68 anni, ex camionista in pensione
Savas Durmarel, 68 anni, ex camionista in pensione

«Sono un uomo stanco. Sono stato colpito da una malattia irreversibile e degenerativa: la sclerodermia, una sindrome che provoca l’occlusione dei vasi sanguigni e la fibrosi degli organi interni. Ora che fa freddo, le dita delle mani e dei piedi si gonfiano diventano blu e le braccia e le gambe non rispondono più ai miei desideri. Sono anziano e la mia pensione è bassissima: quasi non mi basta per mangiare. Chiedo aiuto: se il Comune ha un piccolo alloggio in cui posso trascorrere gli ultimi anni con serenità, sarei molto grato. Chiedo aiuto al sindaco, Simone Gargiulo, e all’assessore ai servizi sociali, Fabio Sclapari».

Desio, da quattro anni vive in un garage e arriva il freddo: la storia di Savas

Da quattro anni Savas Durmarel, 68 anni, ex camionista in pensione di origine turca, a Desio da 25, vive in un garage, nel cuore del centro storico, in via Foscolo. Una vita davvero difficile e al limite della sopravvivenza umana: la saracinesca del box non basta di certo a tenere fuori il freddo. Stretto in uno spazio angusto, dove c’è la cucina, il bagno, il letto, il ripostiglio dove tiene tutti i suoi oggetti personali, non molti per la verità, per lui ora inizia la parte più dura dell’anno: di notte inizia a far freddo e il riscaldamento non c’è. Un problema serio per lui, anziano dal fisico ancora abbastanza vigoroso, ma minato dalla malattia. Proprio la salute è la sua spina nel fianco. Era ancora abbastanza giovane quando fu colpito da una malattia irreversibile. E, poi, di male in peggio, danni al sistema gastrointestinale, ai polmoni, al cuore o ai reni.

Desio, da quattro anni vive in un garage e arriva il freddo: dopo il divorzio

Da ricco che era, Savall, che in vita sua non aveva mai pensato a risparmiare, si è ritrovato a vivere in un incubo: «La moglie ha chiesto il divorzio – racconta – ma mi ha permesso di tenere in uso questo box». Una china sempre più discendente, dove non è mai venuto meno un valore: la speranza di ripartire. Ancora oggi quest’uomo in un mare di guai non ha perso la speranza di tornare a una vita normale. «Vivo in Italia da quando avevo 13 anni – spiega -. Per vivere, ho fatto mille mestieri: il saldatore, il sarto, l’idraulico, alla fine il mestiere della sua vita: l’autista di grossi automezzi pesanti. Poi mi sono ammalato. Non potevo più lavorare e così mia moglie mi ha lasciato». Il divorzio gli piega il morale: è stato costretto ad abbandonare la sua casa, e solo grazie alla possibilità di utilizzare un vecchio garage non passa la notte all’addiaccio.

Desio, da quattro anni vive in un garage e arriva il freddo: le amicizie

A tenerlo in piedi, sono alcune preziose amicizie: come il legame con una vicina di casa, che ogni settimana, lo accompagna a fare la spesa. Soldi, del resto, ne ha davvero pochi: niente di più della pensione minima. E i tre figli, vivono lontano: uno in Belgio, uno a Napoli e uno a Bergamo. L’ultimo appello, prima di consumare una cena frugale – un pezzo di pane e formaggio – è al Comune: «Chiedo la possibilità di poter accedere a un alloggio comunale. Ho bisogno di cure, devo sostenere delle delicate terapie, e il freddo che sta arrivando quest’anno potrebbe essere difficile da sopportare».