«Sono un uomo stanco. Sono stato colpito da una malattia irreversibile e degenerativa: la sclerodermia, una sindrome che provoca l’occlusione dei vasi sanguigni e la fibrosi degli organi interni. Ora che fa freddo, le dita delle mani e dei piedi si gonfiano diventano blu e le braccia e le gambe non rispondono più ai miei desideri. Sono anziano e la mia pensione è bassissima: quasi non mi basta per mangiare. Chiedo aiuto: se il Comune ha un piccolo alloggio in cui posso trascorrere gli ultimi anni con serenità, sarei molto grato. Chiedo aiuto al sindaco, Simone Gargiulo, e all’assessore ai servizi sociali, Fabio Sclapari».
Desio, da quattro anni vive in un garage e arriva il freddo: la storia di Savas
Da quattro anni Savas Durmarel, 68 anni, ex camionista in pensione di origine turca, a Desio da 25, vive in un garage, nel cuore del centro storico, in via Foscolo. Una vita davvero difficile e al limite della sopravvivenza umana: la saracinesca del box non basta di certo a tenere fuori il freddo. Stretto in uno spazio angusto, dove c’è la cucina, il bagno, il letto, il ripostiglio dove tiene tutti i suoi oggetti personali, non molti per la verità, per lui ora inizia la parte più dura dell’anno: di notte inizia a far freddo e il riscaldamento non c’è. Un problema serio per lui, anziano dal fisico ancora abbastanza vigoroso, ma minato dalla malattia. Proprio la salute è la sua spina nel fianco. Era ancora abbastanza giovane quando fu colpito da una malattia irreversibile. E, poi, di male in peggio, danni al sistema gastrointestinale, ai polmoni, al cuore o ai reni.
Desio, da quattro anni vive in un garage e arriva il freddo: dopo il divorzio
Da ricco che era, Savall, che in vita sua non aveva mai pensato a risparmiare, si è ritrovato a vivere in un incubo: «La moglie ha chiesto il divorzio – racconta – ma mi ha permesso di tenere in uso questo box». Una china sempre più discendente, dove non è mai venuto meno un valore: la speranza di ripartire. Ancora oggi quest’uomo in un mare di guai non ha perso la speranza di tornare a una vita normale. «Vivo in Italia da quando avevo 13 anni – spiega -. Per vivere, ho fatto mille mestieri: il saldatore, il sarto, l’idraulico, alla fine il mestiere della sua vita: l’autista di grossi automezzi pesanti. Poi mi sono ammalato. Non potevo più lavorare e così mia moglie mi ha lasciato». Il divorzio gli piega il morale: è stato costretto ad abbandonare la sua casa, e solo grazie alla possibilità di utilizzare un vecchio garage non passa la notte all’addiaccio.
Desio, da quattro anni vive in un garage e arriva il freddo: le amicizie
A tenerlo in piedi, sono alcune preziose amicizie: come il legame con una vicina di casa, che ogni settimana, lo accompagna a fare la spesa. Soldi, del resto, ne ha davvero pochi: niente di più della pensione minima. E i tre figli, vivono lontano: uno in Belgio, uno a Napoli e uno a Bergamo. L’ultimo appello, prima di consumare una cena frugale – un pezzo di pane e formaggio – è al Comune: «Chiedo la possibilità di poter accedere a un alloggio comunale. Ho bisogno di cure, devo sostenere delle delicate terapie, e il freddo che sta arrivando quest’anno potrebbe essere difficile da sopportare».