È stato celebrato lunedì pomeriggio in basilica il rito funebre per Pietruccio Rampi, già sindaco di Desio, stimato avvocato. A presiederlo don Sandro Mottadelli e don Giorgio Savarino. Rampi è deceduto sabato 20 novembre all’età di 88 anni, compiuti giusto quattro giorni prima. Aveva retto le sorti della città in due mandati, dal 1982 al 1987 ed ancora dal 1989 al 1993, oltre ad aver ricoperto gli incarichi di consigliere comunale e di assessore per la Democrazia Cristiana.
Nell’omelia, prendendo spunto dai brani proposti dalla liturgia, don Sandro Mottadelli ha sottolineato due tra i tanti aspetti che hanno arricchito l’esistenza del sindaco Rampi (per chi ha vissuto quegli anni e i successivi, lui è sempre rimasto il sindaco Rampi): il suo essere educatore e la sua professione d’avvocato.
Due opportunità per essere sempre vicino a chi ne aveva bisogno. Insegnante e soprattutto educatore, Rampi lo è stato per trent’anni al collegio arcivescovile Pio XI, mirando sempre alla formazione dei giovani più che alla didattica; insistendo perchè capissero, crescessero e non solo apprendessero a memoria. Avvocato lo è stato ancora per più anni.
Sull’esempio della Spirito Santo paraclito (difensore e consolatore) citato nel Vangelo di Giovanni letto durante la messa funebre, ha svolto con certezza cristiana il difficile e gravoso compito di difendere, di consolare. Uccio Rampi è stato un vero cristiano, un cattolico convinto, assiduo alla messa domenicale, quasi sempre partecipata dallo stesso posto in basilica, accanto alla moglie Anna, vicino all’altare della Madonna del Rosario.
Ed anche attento alle esigenze della parrocchia e non solo: ha dato per anni il suo contributo professionale ai corsi per fidanzati, ha ricoperto la carica di presidente onorario dell’Aido, ha partecipato alle fiaccolate in qualità di ciclista (lo sport che amava, insieme al basket) e ai ritrovi.
Da sindaco aveva avuto l’onore di ricevere e accompagnare papa Giovanni Paolo II in visita in città, nel maggio del 1983 e molte delle foto scattate al pontefice ritraggono lui emozionato accanto al papa sorridente. Immagini diverse rispetto all’impressione di austerità che a volte sembrava uscire da lui. Austerità ed inflessibilità che sempre si scioglievano al di fuori dei rapporti professionali ed istituzionali. È stato una persona seria, vera, giusta. Da ricordare e da prendere come modello.