A Monza e in Brianza ci si sente sicuri? Di anno in anno sempre di più. Così come in Lombardia e, in generale, nel Bel Paese che ha davvero poco da invidiare al resto dell’Europa. Un dato su tutti, gli omicidi: superando luoghi comuni i dati dicono che siamo agli ultimi posti nel continente con un valore «molto al di sotto della media».
Lo certifica il Bes, rapporto sul Benessere equo e sostenibile, che da otto anni fotografa lo stato d’animo delle persone, anche rispetto alla percezione di sicurezza. Per misurare la percezione soggettiva della sicurezza il metro è stato la paura per eccellenza, il buio: ti senti tranquillo a camminare al buio da solo nella zona in cui vivi? Hanno risposto sì il 61% degli intervistati (nel 2019 furono il 57%), con punte del 73,5% nei comuni sotto i 2mila abitanti. La percentuale scende al 51,6% tra le donne mentre sono gli anziani i più insicuri in assoluto. Viceversa, i maschi laureati raggiungono il picco (80,3%) contro il solo 56,5% di chi ha conseguito la licenza elementare.
Da un anno all’altro è anche diminuita la percezione della presenza di criminalità (dal 25% al 22%) così come è passata dal 8,3% al 7,3% la popolazione che dice di aver visto, nella zona in cui abita, persone che si drogano, spacciano, prostituzione e vandalismi. E i miglioramenti più significativi, dice la ricerca, si sono registrati, nel 2020, soprattutto nei grandi centri.
Ma in casa propria? Ci si sente sicuri? Chiedetelo alle donne. Tornando agli omicidi, infatti, nel primo semestre 2020, con il lockdown, si è manifestato un calo generale (-18,6% rispetto al 2019, 131 omicidi rispetto a 161) che ha tuttavia riguardato solo le vittime di sesso maschile, diminuite del -31,4%. Al contrario, sono lievemente aumentate le vittime di sesso femminile, +5,4%. In generale sono anche calati i delitti in famiglia (-5,5%), ma hanno riguardato più donne, 53 vittime rispetto alle 45 del primo semestre 2019, il 45% del totale. Se il 64,2% degli uomini risulta ucciso da uno sconosciuto, l’88,3% delle donne lo è da una persona nota, sovente un familiare.
Altra novità del 2020, correlata alla prima, soprattutto durante il lockdown, tra marzo e ottobre, è stata l’escalation delle richieste di aiuto da parte di donne al 1522, il numero telefonico attivato nel 2006 dal Dipartimento per le Pari opportunità, passate da 13.424 a 23.071, per segnalare casi di violenza e richieste di aiuto da vittime di violenza e di stalking. Nell’85% dei casi gli episodi sono avvenuti nella propria abitazione. Una trentina quelli trattati solo dalla Squadra mobile della Questura nel 2020. Cresciute del 65% anche le chiamate per ottenere informazioni da centri antiviolenza. Tuttavia, «la quota di vittime che denunciano la violenza subita alle forze dell’ordine resta molto bassa – dice il rapporto – solo il 14,3%, con un 2,6% che successivamente l’ha ritirata».
Sul fronte reati predatori, invece, registrato un calo del 39% dei furti in abitazione, questo nei primi 6 mesi del 2020, salvo poi risalire nei mesi successivi. Il dato di 316 per 100mila abitanti vale il settimo posto nella graduatoria Ue28. Un fenomeno più diffuso al centro nord, 11,8 famiglie vittime ogni 100mila abitanti. Nel 2019 in provincia di Monza e Brianza furono denunciati 3.951 furti in appartamento (dato Istat). Secondo una ricerca Transcrime, l’orario più a rischio è fra le 18 e le 21, seguito dalla fascia tra le 9 e il 12 e da quella tra le 15.
Chiunque cerca di difendersi come può: la filiera della sicurezza ha un fatturato di circa cinque miliardi all’anno tra produttori di sistemi anti intrusione e installatori e servizi di vigilanza e sicurezza privata.