È di quasi 200 milioni di euro lo stanziamento della Giunta della Regione Lombardia, su proposta della vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti, per garantire ristori alle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) e alle strutture socio-sanitarie che nell’anno della pandemia sono state duramente colpite soprattutto in termini di vite umane, ma anche nell’organizzazione e nelle prestazioni.
Le Ats stanno per inviare ai circa 2.150 enti beneficiari delle misure un fac-simile da compilare che va ’rispedito’ entro e non oltre il 17 maggio. Nel modulo saranno specificati anche tutti i documenti che sarà necessario allegare.
“È una delibera – spiega Letizia Moratti – che va incontro alle innumerevoli richieste che ci sono arrivate negli ultimi mesi dalle direzioni delle Rsa, delle loro rappresentanze e di tutte le altre strutture. Una domanda che non ci lasciava e non ci ha trovati sordi o insensibili. Come è noto, infatti, la pandemia ha messo a durissima prova le Residenze sanitarie assistenziali e i loro operatori. C’è bisogno di una nuova ripartenza. Abbiamo lavorato per assicurarla”.
Si tratta di centri per anziani, ma anche per disabili, per persone con problemi di salute mentale e colpite da vari generi di dipendenze. Ma pure alle strutture che erogano cure palliative o che rivolgono la loro attenzione all’area materno-infantile.
“Era importante – continua l’assessore al Welfare – dare risposta quanto prima alle richieste di chi offre un servizio fondamentale al territorio e al rischio di un aumento delle rette, se non addirittura di chiusura delle strutture. Dopo il successo della campagna vaccinale dedicata alle Rsa, che ha evidenziato l’azzeramento di decessi e contagi, siamo convinti che questo provvedimento rappresenti un’ulteriore spinta alla fiducia e alla ripartenza”.
Intanto Moratti propone di permettere le visite e gli incontri tra familiari e ospiti delle residenze per anziani se a entrambi è stata rilasciata la certificazione verde Covid-19.
“È giunto il momento di ripensare la chiusura alle visite nelle Rsa – conclude Moratti – consentendo nei limiti della sicurezza e della tutela della salute, riaperture agli incontri e ai ricongiungimenti attesi di mesi”.