Il responso per le province sull’orlo del default dovrebbe arrivare la prossima settimana: nel giro di qualche giorno il Senato cercherà di riassestare il decreto Enti locali e lo girerà blindato alla Camera per il voto finale. Il testo dovrebbe essere modificato rispetto alla versione stilata dal Governo che, se rimanesse invariata, porterebbe al tracollo finanziario la gran parte degli enti di area vasta. Sul documento sono piovuti centinaia di emendamenti sia dalla maggioranza sia dalle opposizioni, ma nessuno sa ancora quali saranno accolti.
«Siamo in attesa di capire – commenta il senatore Andrea Mandelli, capogruppo di Forza Italia in commissione Bilancio – il Governo non si è ancora espresso e noi non sappiamo quali emendamenti saranno considerati ammissibili. Per noi, comunque, i margini di manovra sono molto ridotti». I forzisti hanno puntato, tra l’altro, sulla possibilità che le aree vaste mantengano le competenze di polizia ambientale che, con lo smembramento delle polizie provinciali, andrebbero perdute. Hanno chiesto, inoltre, che i presidenti possano utilizzare in via eccezionale e solo per il 2015 il 50% degli introiti derivanti dalla vendita di immobili per far quadrare il bilancio e possano confermare i dipendenti con contratto a termine anche se nel 2014 hanno sforato il Patto di stabilità. «Mi sono confrontato – afferma Mandelli – sia con il presidente nazionale di Anci Piero Fassino, sia con quello lombardo Roberto Scanagatti. Resta il fatto che la riforma Delrio è tale solo sulla carta in quanto ha tagliato i fondi alle province ma non ha ridotto lo loro responsabilità: ora, proprio per questo, i presidenti non riescono a garantire la manutenzione delle strade e delle scuole né a tutelare l’ambiente».
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Sta lavorando per tentare di alleggerire i tagli anche il Movimento 5 Stelle che comunque, ricorda il deputato Davide Tripiedi, resta convinto della necessità di abolire definitivamente le province. I parlamentari, stronca ogni speranza il deputato leghista Paolo Grimoldi, otterranno ben poco: «Stiamo cercando – precisa – di fare in modo che l’Rcauto rimanga interamente nelle casse delle aree vaste. Noi difendiamo i servizi ai cittadini, ma il Pd ci dica quanti soldi il Governo è disposto a mettere sul piatto: se tutte le province rischiano il dissesto significa che la legge è sbagliata». «Finirà – prosegue – che Renzi, che deve trovare il denaro da restituire ai pensionati, si nasconderà dietro la fiducia».
Il Partito democratico presenterà anche qualche emendamento per provare ad alleviare la situazione della Brianza che paga più di altri territori i tagli di Roma: «Noi – anticipa il deputato Roberto Rampi che pensa già a un Piano B – proveremo fino alla fine a spostare qualche risorsa e credo che qualche emendamento potrebbe essere accolto. Se non ci riusciremo percorreremo altre ipotesi e inseriremo qualche passaggio in altri provvedimenti, magari ad hoc, o nella legge di Stabilità».
Nel frattempo il vicepresidente Anci, Roberto Pella, ha riferito che nella riunione Stato-Città è stato deciso di posticipare al 30 settembre il termine per l’approvazione dei bilanci di previsione 2015.