Convegno a Meda, salute e case di comunità: la sanità territoriale

A Meda un convegno per raccontare cosa cambia per i cittadini con le Case di comunità. Relatori e temi affrontati.
Meda convegno case comunità
Meda convegno case comunità

Si sente di continuo citare Casa della Comunità, ma sono rari i cittadini che ne conoscono il significato, la portata e l’utilità. Il circolo Pd di Meda ha organizzato in proposito un convegno dal titolo “Casa della comunità, cosa cambia per la sanità territoriale e per Meda?“,  e “La nostra salute prima di tutto, la sanità dopo la riforma di regione Lombardia”, che si è svolto in sala civica Radio.

Convegno a Meda, salute e case di comunità: i relatori

Tra i relatori Guido Grignaffini, direttore socio-sanitario Asst Monza e Brianza; Gigi Ponti, consigliere regionale Partito Democratico; Franco Stasi, segretario Cgil Monza e Brianza, responsabile della sanità. Erano presenti i sindaci Luca Santambrogio di Meda e Alberto Rossi di Seregno. Ha condotto la serata Simona Buraschi che aprendo i lavori ha affermato: “Il tema sanità è attuale in tutta la nazione specie dopo il periodo di pandemia, il servizio sanitario pubblico nazionale è una conquista sociale che ha permesso e permette a tutti di essere curati e deve essere preservato per noi e per le generazioni future anche se è incalzato da quella privata sempre più favorita in regione”. 

Convegno a Meda, salute e case di comunità: i dubbi di Santambrogio

Il sindaco di Meda nel suo intervento ha manifestato le sue perplessità sulle Case di Comunità: “Stiamo preparando delle belle scatole, ma ci saranno le risorse economiche e umane per far funzionare queste case di comunità? E con che risorse devono e potranno funzionare? Una domanda che sorge spontanea alla luce del fatto che visti gli alti costi non è stato possibile realizzare a Meda la Casa di Comunità e i medesi dovranno recarsi in quella di Seregno”. 

Convegno a Meda, salute e case di comunità: testimonianza di Alberto Rossi

Alberto Rossi ha raccontato di un’esperienza vissuta di persona all’ospedale di Desio in cui il reparto funzionava “ma non c’era personale sufficienti ad attendere alle necessità dei degenti. La mancanza di capitale umano è un problema da risolvere. Ci vorrà del tempo per far capire le case di comunità. Abbiamo ospedali di alto livello ma c’è  grande distanza tra ospedali e casa di comunità Manca la sanità di prossimità”.
Poi ha elencato i lunghissimi tempi di attesa per una visita specialistica all’ospedale di Desio, e ha aggiunto, la Casa di Comunità di cui beneficerà anche Meda entrerà in funzione solo nel 2024 e ci vorranno 3 milioni di euro per sistemare l’edificio all’interno dell’area dell’ospedale Trabattoni- Ronzoni. Le case di Comunità sono l’ultima chance per invertire l’andamento tra il privato che ha superato il pubblico. 

Convegno a Meda, salute e case di comunità: Gigi Ponti, riforma e medici di base

La Lombardia è la regione più popolosa d’Italia con 10 milioni di abitanti – ha esordito Gigi Pontie ha un’altissima diversità territoriale e morfologica, spesso con territori logisticamente disagiati, che pone delle sfide al sistema sanitario regionale. Ha una elevata presenza di popolazione anziana 2, 3 milioni di residenti con più di 64 anni. I grandi anziani, over  85,  sono passati da 257 mila a 358 mila, che richiedono politiche mirate e coraggiose”. E ancora: “Quella regionale è una riforma parziale, perché rimane la grande questione pubblico-privato senza riconoscere il ruolo del settore pubblico. La riforma Maroni del 2015 ha ridotto le Asl regionali da 15 a 8 che coprono territori enormi. Molto ospedale e poca sanità di territorio e prevedeva, anche i Pot (presidi ospedalieri territoriali) e i PreSst (presidi socio-sanitari territoriali), che non sono stati realizzati”.

Ha stigmatizzato il fatto che con la riforma del 2021 le decisioni in ambito sanitario sono un’esclusiva della giunta regionale senza passaggi in consiglio, mentre in precedenza erano coinvolti anche i sindaci delle città. Ha ricordato l’sos per la carenza di medici di medicina generale che in regione sono 5.850 con 1.166 posti vocanti destinati ad aumentare. Guido Grigraffini ha illustrato i contenuti della Casa di Comunità, mentre il sindacalista Stasi ha detto che non va dimenticata la prevenzione sui luoghi di lavoro e occorre un’azione per spingere il governo a tutelare i cittadini non autosufficienti.