“Residui della malattia ma in generale anche un recupero fisico dei pazienti”. Si è concluso il primo step della ricerca avviata dal team di Pneumologia dell’ospedale di Vimercate su 60 pazienti con polmonite interstiziale bilaterale ricoverati durante la prima ondata e successivamente dimessi. Lo studio osservazionale è multicentrico e coinvolge, coordinate dall’Università degli Studi di Milano Bicocca, sei strutture pneumologiche lombarde per studiare i danni polmonari generati dalle polmoniti SARS-CoV 2.
La squadra del primario Paolo Scarpazza a sei mesi dalla dimissione ha suddiviso in tre sottogruppi i pazienti selezionati, per gravità della patologia e trattamento: pazienti che hanno avuto necessità della sola ossigenoterapia; malati per cui è stata necessaria la ventilazione con casco, associata ad ossigeno ad alti flussi; pazienti, infine, trasferiti in Rianimazione con necessità di intubazione e ventilazione meccanica invasiva. Poi li ha sottoposti a una serie test di controllo con un esame radiologico al torace associato a test di funzionalità respiratoria (spirometria, diffusione dell’alveolo capillare e test del cammino).
«Lo scopo è osservare – spiega il dottor Scarpazza – se e in che misura la polmonite bilaterale da Covid abbia determinato esiti permanenti, con compromissione della funzionalità respiratoria. I primi risultati hanno accertato residui della malattia ma, in generale, è stato anche riscontrato un recupero fisico dei pazienti».