Concorso nazionale dei madonnari Il monzese Bottoli alla terza vittoria

E’ il monzese Andrea Mariano Bottoli il vincitore del 42esimo concorso nazionale dei madonnari di Grazie: il maestro, uno dei protagonsti storici della manifestazione, ha convinto la giuria presieduta da Philippe Daverio con un’opera di ambientazione cinquecentesca.
Al centro Andrea Mariano Bottoli. A sinistra il critico d’arte Philippe Daverio
Al centro Andrea Mariano Bottoli. A sinistra il critico d’arte Philippe Daverio

E’ il monzese di origini mantovane Andrea Mariano Bottoli il vincitore del 42esimo concorso nazionale dei madonnari di Grazie: il maestro, uno dei protagonsti storici della manifestazione, ha convinto la giuria presieduta dal critico d’arte Philippe Daverio con un’opera complessa, di ambientazione cinquecentesca e ispirata agli antichi strumenti musicali.

Dal 14 al 17 agosto grande spettacolo sul sagrato della Beata Vergine delle Grazie, a Grazie, frazione di Curtatone, in provincia di Mantova. Ben 140 opere realizzate da soli o in gruppo da 162 artisti. Ha vinto il sessantenne monzese (che partecipa al concorso sin dal 1977) con una vera e propria opera che ha riempito due piazzole.

«Questa è la mia terza vittoria a Grazie ma mi riempie di gioia – racconta Bottoli– perché è la dimostrazione che si può passare con successo dalle copie alla produzione di immagini. E’ dagli anni Settanta che partecipo a questo concorso, per me è stato una grande scuola: è qui che ho imparato l’arte madonnara, prima riproducendo i capolavori di Tiepolo e Tintoretto, e poi cominciando a elaborare soggetti originali, seguendo lo straordinario esempio di Kurt Wenner».

La padronanza tecnica ed espressiva del maestro è tale che ormai si affida con sicurezza all’improvvisazione, senza ricorrere al bozzetto preventivo; “Ovviamente parto con un’idea, che in questo caso mi è venuta pensando ad un mio caro amico musicista, ma buona parte delle decisioni le prendo appena prima di cominciare a lavorare, lasciando che ad ispirarmi sia il genius loci: è la piazza a parlare. E sul sagrato del santuario mi è venuta l’idea di realizzare una piccola folla di personaggi, ognuno abbinato ad uno strumento musicale del Cinquecento».

Per realizzare l’opera Andrea Mariano (il cui secondo nome è dovuto al fatto che il suo anno di nascita, il 1954, era l’anno mariano: nomen omen per un maestro madonnaro affezionato al sagrato del santuario della Beata Vergine delle Grazie) ha dormito appena due ore: la fatica è stata però ricompensata da una splendida vittoria. E a lui spetterà il compito di realizzare il manifesto della 43esima edizione del concorso.