«Il 2020 è stato un anno sconvolgente, emergenziale, difficile. Eppure, nonostante il repentino cambiamento di abitudini che sia i cittadini sia le amministrazioni si sono trovati ad affrontare, la raccolta differenziata dei rifiuti si è affermata come una pratica consolidata, che nemmeno la pandemia ha fermato. Il ricorso al sacco indifferenziato per i dispositivi sanitari durante il lockdown ha influito molto poco sulla quantità di rifiuti prodotti dai lombardi nel 2020 e non vi è stato alcuno stop al processo di gestione dei rifiuti». Il sistema nel suo complesso, dunque, ha retto. È il quadro che emerge dalla 28esima edizione del dossier “Comuni Rifiuti Free – Comuni Ricicloni”, il rapporto di Legambiente Lombardia sui dati 2020 forniti dal sistema O.R.S.O (Osservatorio Rifiuti SOvraregionale) di Arpa Lombardia. Sono 318 i comuni virtuosi, che entrano nella classifica per avere un residuo secco non superiore a 75kg abitante anno. In leggera inflessione rispetto all’anno precedente, in cui i comuni erano 323: il 21% dei comuni lombardi pari al 17% dei cittadini lombardi, percentuali in linea con gli anni precedenti. In classifica, per la prima volta anche 30 comuni, un dato importante come segnale di attenzione verso la prevenzione dei rifiuti.
Sebbene le città capoluogo raggiungano quasi tutte, e alcune addirittura superino abbondantemente il 65% di raccolta differenziata, rimango indietro solo Milano, che sfiora il 69% e Sondrio ferma invece poso sopra il 57%. Male anche Pavia al 58,1%. Per quantità indifferenziato residuo, tra le città, solo Mantova riesce ad avvicinarsi al parametro Rifiuti Free con 85Kg abitante anno di indifferenziato e una percentuale di raccolta differenziata all’87%. Al secondo posto della classifica regionale c’è Monza e Brianza, con il 79,2% di differenziata
Da segnalare invece le difficoltà di 377 comuni lombardi che rimangono purtroppo sotto la soglia del 65% di raccolta differenziata: 135 in provincia di Pavia su 186 comuni e 70 su 77 comuni per quella di Sondrio, quest’ultima con percentuali di raccolta ferme, in alcuni comuni della provincia, agli anni ’90 del secolo scorso. Spicca, in positivo, la Provincia di Monza e Brianza: nessun Comune è sotto la soglia del 65% di differenziata, così come la Provincia di Mantova.
Per quanto riguarda la Brianza, ecco la classifica di tutti e 55 i Comuni (il criterio adottato per far parte della classifica Comuni Ricicloni 2020 è da ricercare nella frazione indifferenziata, il secco non riciclabile. Per accedere alla graduatoria sono considerati solo i comuni che, oltre a raggiungere o superare il 65% di raccolta differenziata, hanno conferito meno di 75kg abitante anno di rifiuto secco non riciclabile entrando così a far parte dei Comuni Rifiuti Free: Usmate Velate (91,8% di raccolta differenziata)Lesmo (90,7%), Mezzago (90,1%), Agrate (89,3%), Caponago (89,2%), Sulbiate (88,5%), Ornago (88,4%), Arcore e Villasanta (88,3%), Bellusco (88,5%), Camparada (87,8%) e Ronco Briantino (87,8%), Misinto (87,2%), Cavenago Brianza (86,8%), Bernareggio (86,7%), Macherio (86,6%), Busnago (86,4%), Briosco (85,7%), Seveso (85,5%), Bovisio Masciago (new entry all’84,5%), Renate e Triuggio (84,2%), Limbiate (84,1%), Albiate (80,9%).
«Continuare su questa strada è necessario per abbassare ulteriormente la quantità di rifiuti, elevare la qualità delle frazioni differenziate e avviare un processo di economia circolare – sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. La priorità della Lombardia nei prossimi anni dovrà essere quella di portare tutti i territori, anche i più difficili come quelli montani, verso gli obiettivi europei e regionali. Un’ambizione che possiamo mettere in campo trovando le giuste soluzioni, visto il grande lavoro fatto finora in questa direzione».