Come viaggia il nibbio? Così Lambro e Brianza girano il mondo

L’Irsa Cnr sta studiando le migrazioni anche dalla Brianza di una specie ad alta minaccia di estinzione: il Milvus migrans seguito con “zainetti” speciali.
Migrazione nibbio bruno studi Irsa Cnr Brugherio Michelangelo Morganti
Migrazione nibbio bruno studi Irsa Cnr Brugherio Michelangelo Morganti

Che poi chissà cosa devono aver pensato quando si sono ritrovati sulle spalle quelle specie di zainetti, leggerissimi, quindici grammi appena, che «funzionano come un cellulare», perché «hanno all’interno un sistema di localizzazione Gps e una sim card che inviano informazioni attraverso la rete Gsm dei comuni cellulari 2G e 3G».

Come viaggia il nibbio? Dalla provincia di Monza e zona pedemontana all’Africa sub sahariana

Forse, con ogni probabilità, che era davvero arrivato il momento di salutare le zone umide delle province di Monza e Brianza, Lecco, Como e Varese per mettersi in viaggio e raggiungere l’Africa sub sahariana – Ciad, Niger e Mali, con arrivo previsto nel mese di agosto. Sono una decina, a oggi, gli esemplari di nibbio bruno (Milvus migrans il nome scientifico) equipaggiati dai ricercatori dell’Irsa-Cnr per studiare, tappa dopo tappa, una migrazione di oltre seimila chilometri che tocca anche la Francia, la Spagna e il Marocco.

Migrazione nibbio bruno studi Irsa Cnr Brugherio
Migrazione nibbio bruno studi Irsa Cnr Brugherio

«I dati che stiamo raccogliendo ci serviranno a capire meglio le loro abitudini e necessità: dove vanno e quando, quali sono le loro esigenze e quali gli habitat in cui oggi si trovano meglio»: il tutto ai fini della loro tutela e conservazione, perché «il nibbio bruno è una delle specie inserite nell’allegato 1 della Direttiva uccelli dell’Unione europea: vuol dire che è un rapace estremamente minacciato e che la sua salvaguardia è considerata una priorità».

Come viaggia il nibbio? Gli studi di Michelangelo Morganti dell’Irsa Cnr a Brugherio

Lo spiega Michelangelo Morganti, curriculum di studi e di lavoro europeo, ricercatore di Irsa-Crn attualmente di stanza a Brugherio (e impegnato anche nelle attività di Nfbc – National Biodiversity Future Centre): «Dopo aver localizzato i nidi e seguito a distanza la riproduzione, l’anno scorso abbiamo, con la collaborazione di tree climber professionisti, abbiamo iniziato a monitorare altri quattro pulcini: li abbiamo dotati degli zainetti, che si ricaricano grazie a piccoli pannelli solari, e li abbiamo identificati con un piccolo anello metallico dotato di un codice univoco. Abbiamo iniziato a raccogliere dati nel 2019: lo studio scientifico è in fase di realizzazione». Spiega Morganti che negli ultimi vent’anni la popolazione di nibbio bruno è drasticamente «crollata»: è successo perché «le zone umide in cui ha sempre vissuto sono quelle più minacciate», tanto dall’urbanizzazione dei territori, quanto dai cambiamenti climatici.

Come viaggia il nibbio? Monitorato anche con l’app

Una colonia ancora, però, sopravvive nel nostro territorio, che è considerato dai ricercatori una vera e propria «roccaforte» a livello europeo: ancora oggi nelle zone del Parco della valle del Lambro e in quelle umide pedemontane (complessivamente all’interno di un’area che spazia dalla palude di Brivio e dal lago di Varese alle torbiere del Sebino, in provincia di Brescia) si contano diverse decine di coppie. In attesa della pubblicazione scientifica, curiosi e appassionati possono seguire gli spostamenti dei diversi esemplari – attualmente ancora in Africa – attraverso l’app “Animal Tracker”, cercando i nibbi (in inglese “Black kite”) attraverso i soprannomi assegnati loro dai ricercatori: due su tutti, facili da ricordare, “Lambro” e “Brianza”.