Cercatori d’oro nel torrente Seveso. È la novità di questo autunno 2016, che non è sfuggita all’occhio attento di chi vive a ridosso del torrente. Soprattutto nei fine settimana, nelle acque del fiume che corrono al confine tra Varedo e Palazzolo, non è raro incontrare almeno un paio di persone immerse nell’acqua, che setacciano con attenzione la sabbia per ore e ore. E il loro intento è esattamente lo stesso di tanti cercatori, quei pionieri americani resi immortali dalle pagine di scrittori come Jack London: selezionare il prezioso metallo dal fondo del fiume. Ovvero, scavare in un punto con una vanga, fare passare il terriccio nella canaletta piazzata in acqua, quando i detriti leggeri vengono portati via dall’acqua, l’oro, che ha un elevato peso specifico, rimane intrappolato in un tappetino millerighe. Dando la gioia più grande a chi vuole cercare. Il tutto per divertimento, per hobby ma anche per una evidente soddisfazione nel trovare tracce di pietre preziose in quello che per tanti anni è stato considerato, a torto, un semplice collettore di acque mefitiche e pestilenziali.
Il Seveso appunto, questo corso d’acqua dove subito dopo la guerra tanti varedesi hanno fatto il bagno e che adesso, faticosamente, le amministrazioni comunali in collaborazione con i consorzi e con la Regione, stanno provando a rivalutare.
I “pionieri” della corsa all’oro in salsa varedese sono Pietro Pileggi, 61 anni, e Fabio Molena, 40, due amici senaghesi, che però negli ultimi weekend hanno iniziato a portarsi dietro anche figli e parenti. Per trascorrere qualche ora di divertimento e forti emozioni all’aria aperta. E i risultati si vedono: alla fine della giornata di setacciamento, le scaglie d’oro brillano in abbondanza tra le mani dei due, che tengono a precisare di non farlo per guadagno ma per pura soddisfazione personale e passatempo. Anche perché, con due tre scagliette raccolte dopo una giornata di lavoro, non ci si arricchisce certo.
Pileggi e Molena lo dicono e lo ripetono: con le particelle di oro del Seveso come di tutti gli altri fiumi della Lombardia da loro frequentati, non ci si arricchisce. Se non umanamente.
«Vengo da zone di montagna – spiega Pileggi – ho sempre avuto la passione per le pietre di torrente dalle forme strane, che raccoglievo con attenzione. Adesso sono in pensione e posso dedicarmi a questo mio hobby. Bisogna avere un po’ di conoscenza di idrodinamica per capire dove vanno a sedimentare le scagliette d’oro. E tanta pazienza».
Poi bastano badile per scavare, un secchio e una canaletta attraverso la quale far scorrere l’acqua che lascia all’interno del tappetino millerighe solo il prezioso metallo. E il gioco è fatto per un pomeriggio di relax, a contatto con la natura urbana e magari con il thrilling di scoprire tracce di metallo prezioso sotto le pietre del torrente.