Cisl, a Monza e in Brianza tornano a crescere le vertenze di lavoro: quasi 2.000 assistiti nel 2023

I numeri 2023 dell'Ufficio vertenze Cisl. Nella nostra provincia recuperati 3,6 milioni. Servizi, aziende metalmeccaniche, edilizia e trasporti le più interessate
Da sinistra, Roberto Frigerio segretario Cisl Monza, Brianza e Lecco e Antonio Mastroberti, responsabile ufficio vertenze

Oltre 3.300 lavoratori assistiti (1.989 in provincia di Monza Brianza e 1.331 in provincia di Lecco), di cui circa il 20% extracomunitari, per un totale di 5.505.029,53 euro recuperati (3.670.019,68 nella nostra provincia) dall’Ufficio Vertenze Cisl Monza Brianza Lecco lo scorso anno. Le sole vertenze (l’ufficio si occupa anche di fallimenti, conciliazioni, consulenze, dimissioni) sono state 812 contro le 680 del 2022. Un dato che riflette il periodo pre-pandemico. Nel 2019, infatti, le vertenze erano state 820.

“L’Ufficio Vertenze-spiega il responsabile Antonio Mastroberti-si rivela un osservatorio privilegiato del mercato del lavoro. Un mercato più dinamico che permette più facilmente ai lavoratori di ricollocarsi e rivendicare i propri diritti nei confronti del vecchio datore di lavoro, ma anche più destrutturato se si pensa all’applicazione, in almeno il 5-10% dei casi trattati, di contratti pirata, ovvero di contratti non sottoscritti da CGIL CISL e UIL, che non riconoscono retribuzioni in linea con quelle previste nel settore di appartenenza e non prevedono neanche diritti oramai consolidati quali l’assistenza sanitaria integrativa oppure il welfare aziendale o la contrattazione di secondo livello”.

Tornano a crescere le vertenze alla Cisl Monza Brianza e Lecco: i settori più interessati

E non mancano nemmeno le vertenze nei confronti delle società di somministrazione che non applicano correttamente i contratti nazionali in tutte le sue articolazioni, oppure non riconoscono i premi aziendali ai propri dipendenti. Per i lavoratori del eCommerce, così come per quelli delle piattaforme- che si collocano a metà tra i liberi professionisti e i lavoratori dipendenti- spesso risulta difficile e rischioso aprire dei contenziosi, pena la perdita del lavoro.

Tra i settori in cui il contenzioso è più diffuso vi sono i servizi, le aziende artigiane metalmeccaniche, l’edilizia e i trasporti. Nella ristorazione c’è sempre molto lavoro grigio (ore di lavoro superiori a quelle stabilite dal contratto e straordinari pagati “cash”), con qualche lavoratore addirittura in nero. Nel settore dell’edilizia, invece, spesso i lavoratori vengono pagati a giornate, indipendentemente dalle ore, in cantieri dove sono presenti una miriade di aziende tra appalti e subappalti nei quali è difficile rintracciare il debitore. Nel settore dei trasporti i lavoratori spesso concordano verbalmente retribuzioni mensili nette che poi vengono meno quando il rapporto si incrina. Sempre più spesso le parti, per evitare un contenzioso dai tempi lunghi e con costi della giustizia (che sono a carico del lavoratore in caso di verdetto sfavorevole) rinunciano a intraprendere dei contenziosi giudiziari, scegliendo la via degli accordi extragiudiziali.

Vertenze di lavoro alla Cisl Monza Brianza e Lecco: 533 conciliazioni

Solo l’anno scorso l’ufficio vertenze CISL Monza Brianza Lecco ha sottoscritto 533 conciliazioni, per lo più dopo la risoluzione del rapporto di lavoro. In generale gli assistiti sono per lo più uomini con una percentuale del 56,73 % contro il 43,27 % delle donne. Tra gli extracomunitari non sono mancati casi simili a quelli emersi nei giorni scorsi riguardanti la produzione di accessori per una nota griffe di moda. “Ricordo un operaio cinese-conclude Mastroberti-che faticava ad esprimersi in italiano che ha raccontato la sua esperienza di sfruttamento a Seregno. In questi casi avvertiamo l’ispettorato del lavoro che, a sua volta, si rivolge alla magistratura”.

All’Ufficio vertenze Cisl Mb e Lecco anche segnalazioni di lavoratori che denunciano disagio e superiori arroganti

Tra i casi trattati dall’Ufficio Vertenze non mancano le segnalazioni di lavoratori che denunciano disagio e malessere nei luoghi di lavoro tanto da essere in cura da psicologi e psichiatri. Non è raro che alcuni di loro vengano licenziati a seguito di un lungo periodo di malattia. “La pandemia ha influito sul modo di percepire il lavoro-sottolinea Mastroberti- Il lavoro non è più considerato come il principale strumento di realizzazione. Sempre di più viene valutato il benessere nei luoghi di lavoro al pari del trattamento economico. Soprattutto i più giovani non sono più disponibili ad accettare trattamenti che in passato venivano dati per scontato solo per preservare il rapporto di lavoro”.

Sempre più spesso vengono segnalati agli operatori comportamenti irrispettosi da parte dei “superiori”: mail arroganti, linguaggio non consono se non proprio maleducato. E poi, tra i motivi delle dimissioni, c’è la ricerca di un lavoro che consenta una maggiore conciliazione tra il lavoro e la vita extra – lavorativa. Non sono infrequenti i casi di coloro che lasciano il lavoro per dedicarsi alla famiglia. In totale, nel corso del 2023 l’ufficio cislino ha assistito 1559 lavoratori che hanno rassegnato le dimissioni. Da questo numero sono esclusi tutti quei lavoratori che hanno figli fino a tre anni.

Il settore più “coinvolto” è quello dei servizi seguito da quello metalmeccanico. Un dato positivo riguarda, invece, i lavoratori delle agenzie di somministrazione che si sono dimessi per essere assunti direttamente dai committenti. Sono in aumento anche i lavoratori che si rivolgono allo sportello contro le discriminazioni e le molestie nei luoghi di lavoro. “Lo scorso anno –conclude Mastroberti-abbiamo avuto una sentenza di condanna per molestie mentre altre le abbiamo chiuse con accordi di risarcimento”.