«C’è il forte rischio che da giugno i dipendenti delle province non prendano più lo stipendio, visti i tagli della legge di stabilità e i ritardi, lo stallo, nel ricollocare gli esuberi derivanti dalla legge Delrio». A lanciare l’allarme è il responsabile Settori Pubblici della Cgil, Michele Gentile. Il pericolo per il sindacalista quindi è che da metà anno, o meglio dal prossimo mese, “in molte province non ci saranno più i soldi per pagare i dipendenti pubblici e nel frattempo non si è provveduto a ricollocare gli esuberi” derivanti dal superamento previsto dalla riforma Delrio. «A tutt’oggi – aveva sottolineato la leader Cgil – non è chiaro dove vanno le funzioni delle province. Alcuni parlano delle leggi regionali. Altri parlano della città metropolitane, ma siamo nella condizione a oggi che i servizi che fanno le province, come la manutenzione delle scuole o il servizio di riscaldamento, non si capisce a chi vanno». «Non è mettendo in difficoltà i servizi, e maltrattando i lavoratori, che si taglia la spesa e si tagliano gli sprechi. Qui si tagliano i servizi ai cittadini», aveva detto Susanna Camusso durante la protesta di aprile in piazza Santi Apostoli la leader della Cgil. Una polemica destinata a continuare, visto che a stretto giro di posta è arrivata anche la dura replica del ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia: «L’allarme è infondato». Se il sottosegretario agli Affari Regionali, Bressa, parla di atteggiamento “irresponsabile” del sindacato della Camusso, Madia ne sottolinea l’infondatezza e precisa: «Nessuno perderà lo stipendio e il lavoro»
Cgil: «Da giugno stipendi delle province a rischio». L’ira del ministro Madia: «Falso»
.Secondo la Cgil, i tagli della legge di Stabilità e i ritardi nel ricollocamento degli esuberi per la legge Delrio (che abolisce le Province) mettono rischio gli stipendi. «Allarme infondato» per il governo,