In un momento di crisi generale così forte, è sempre più difficile per le famiglie arrivare a fine mese e per molti “fare i salti mortali”, non è più un’espressione lontana dalla realtà. Provate a chiederlo ad Antonio Anzalone, alla moglie Tina e ai loro tre figli: due minorenni. In cinque vivono con un solo stipendio e oltretutto part-time, quello del capofamiglia che lavora all’Amsa di Milano. Ad aggravare una situazione difficile è stata la notifica di una lettera di sfratto risalente all’autunno scorso. Il padrone di casa è intenzionato a vendere l’intero stabile in cui abitano, per questo entro ottobre gli Anzalone dovranno fare le valigie e senza alternative si ritroveranno in mezzo a una strada.
Le difficoltà di lavoro
«Sono anni che stiamo attraversando dei momenti difficili – ci racconta Antonio – soprattutto dal punto di vista professionale. Avevo trovato un posto di lavoro sicuro, poi l’azienda ha chiuso, ma finalmente era arrivata l’alternativa Amsa e poi ancora una doccia fredda. Anche qui le acque sono piuttosto agitate. Siamo scesi in strada, abbiamo anche bloccato le tangenziali di Milano, ma al massimo si può aspirare a un contratto part-time, anzi, si ventila il rischio di restare addirittura senza il posto». Un quadro decisamente nero cui si è aggiunta la lettera di sfratto alla fine dello scorso anno. «Raccolte alcune informazioni – prosegue Anzalone – mi sono presentato a un Caf, per cercare di accedere alla graduatoria di assegnazione delle case pubbliche. Mi hanno detto che ero arrivato troppo tardi, insomma mancavano pochi giorni alla chiusura del bando. Per partecipare, bisognava prenotare prima l’appuntamento al Caf. Insomma ero fuori tempo massimo, ma come facevo a sapere prima di una procedura di questo tipo? Ora spero che il Comune non ci lasci soli».
L’incontro col sindaco
Anzalone ha incontrato informalmente il sindaco, si è recato dai servizi sociali, ha ottenuto anche un contributo. «Purtroppo non è semplicemente un problema di pagamento dell’affitto, ma proprio di mancanza di una casa ad affitto calmierato». Il quarantatreenne papà cesanese ha parlato del problema della sua famiglia anche con il consigliere comunale d’opposizione Daniele Ceccarello di “Un futuro per Cesano”. «Si è dimostrato molto sensibile, così anche il sindaco, spero proprio che da qui a ottobre si muova qualcosa. Mio figlio maggiore sta cercando disperatamente un posto di lavoro, ma purtroppo il momento è davvero difficile».