Cesano Maderno, stop alla mensa scolastica per i super morosi: chi non paga non avrà il pasto

Se i genitori di Cesano Maderno non si metteranno in regola con i pagamenti, da lunedì 22 ottobre scatterà lo stop al pasto a scuola per 46 alunni super morosi. È la drastica decisione di Sodexo, avallata dall’amministrazione comunale. Il secondo provvedimento riguarda 86 famiglie con debito superiore a 200 euro.
Cesano Maderno contro chi non paga la mensa scolastica
Cesano Maderno contro chi non paga la mensa scolastica Menegazzo Sandro

Se i genitori di Cesano Maderno non si metteranno in regola con i pagamenti, da lunedì 22 ottobre scatterà lo stop al pasto a scuola per 46 alunni super morosi. È la drastica decisione di Sodexo, avallata dall’amministrazione comunale, alla luce del cronico mancato pagamento da parte di alcune famiglie del servizio mensa scolastica. I casi più eclatanti sono 46 con un debito ciascuno che va oltre i 500 euro, a fronte del costo del pasto giornaliero di 4,80 euro.

I precedenti a Carnate e Limbiate

Della riscossione se ne occupa direttamente Sodexo, ditta appaltatrice del servizio mensa. Nel nuovo contratto di gestione all’azienda spetta il sostenimento dei costi ma anche l’incasso diretto degli introiti dei 2.200 pasti giornalieri distribuiti nei plessi cesanesi. Nell’annata 2017-2018 i pagamenti sono stati di gran lunga inferiori rispetto alle aspettative.


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Un tema molto caldo finito sulla scrivania dell’amministrazione comunale e la decisione finale, condivisa con la società, è stata partire con i solleciti di pagamento e se resteranno inascoltati, i bambini morosi non potranno più sedersi in mensa a mangiare con i propri compagni. Il primo provvedimento è stato avviato lunedì 1 ottobre, con l’invio delle raccomandate di avviso della sospensione del pasto alle 46 famiglie. Ogni raccomandata sarà accompagnata da una comunicazione a mano. La sospensione effettiva dal pasto partirà soltanto da lunedì 22 ottobre e naturalmente solo nel caso in cui le famiglie resteranno indifferenti al sollecito.

Il secondo provvedimento riguarderà altri 86 alunni: in questo caso il mancato pagamento è compreso tra i 200 e i 499 euro. Le lettere di sollecito partiranno il 15 ottobre e la sospensione effettiva del pasto avverrà a partire da lunedì 5 novembre. L’ultimo passaggio sarà informare le famiglie, davvero tante, che hanno un debito inferiore ai 200 euro. Tempi e modalità sono in via di definizione, nella speranza che nel frattempo regolarizzino la loro posizione. È dall’ottobre 2017 che Sodexo tramite Sms, telefonate e lettere di sollecito invita le famiglie morose ad ottemperare al pagamento del servizio.

A luglio 2018 sono state inviate anche le comunicazioni relative al debito individuale accumulato nell’anno scolastico 2017-2018, ma non è stato ottenuto alcun risultato. La società informa che i genitori potranno beneficiare della rateizzazione concordando gli importi. Naturalmente anche le scuole sono state informate del rischio di sospensione del servizio per alcuni alunni.

«Ci spiace essere giunti a questo punto, ma non è accettabile che alcune famiglie pensino di non pagare un servizio facendolo gravare sull’intera collettività. Tengo a precisare che chi ha accumulato un debito di oltre 500 euro, non ha mai pagato un pasto in tutto l’anno scolastico, dice Pietro Nicolaci, assessore all’istruzione e dirigente scolastico in pensione.

«Abbiamo avallato questi provvedimenti a malincuore – ammette Nicolaci – soprattutto perché la mancanza di responsabilità delle famiglie ricade sui minori. Inoltre le scuole dovranno affrontare qualche difficoltà organizzativa. Le famiglie a rischio provvedimento di sospensione possono pagare il pasto intero, su circa 2.200 pasti giornalieri il Comune applica riduzioni Isee del 20, del 40 e del 70 per cento per più di 700 famiglie. L’amministrazione si fa già carico dei nuclei in difficoltà. Non è più accettabile però che ci siano i “furbetti”: coloro che hanno buone possibilità economiche ma non pagano lo stesso la mensa».

Il problema non sarebbe solo dell’ultimo anno scolastico: «Dai riscontri effettuati dagli uffici risulta una buona percentuale di famiglie “recidive”, cioè che non hanno pagato neanche negli anni precedenti. In questi casi l’amministrazione sta per avviare una procedura di recupero coatto».

Nicolaci evidenzia poi che la mensa non è un obbligo: «Da anni ormai la norma prevede un tempo scuola di 27 ore senza rientro pomeridiano e quindi senza mensa; di 30 ore con qualche rientro e di 40 ore a tempo pieno. Solo in quest’ultimo caso è prevista tutti i giorni la mensa come parte integrante del curricula scolastico. Le famiglie possono quindi scegliere all’atto dell’iscrizione del figlio se sostenere o meno il costo del pasto quotidiano in base al tempo scuola».

Infine Nicolaci si rivolge direttamente ai genitori: «Il Servizio Istruzione e i Servizi Sociali sono a completa disposizione degli utenti per affrontare ogni questione aperta su questo tema. Non intendiamo lasciare indietro nessuno, purché il bisogno sia vero e reale».