Ha rapinato e violentato donne in diversi Comuni della Brianza. Ora però è stato bloccato dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Seregno. L’arrestato è un 39enne residente a Cesano Maderno, finito nei guai per diversi episodi di rapina, sfociati talvolta in violenze sessuali, tutti commessi in Brianza nei confronti di donne.
L’attività di indagine, durata diversi mesi si è conclusa con l’arresto in flagranza dell’uomo, nei cui confronti è stata eseguita in questi giorni un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Monza su richiesta della Procura, in cui sono contestati 5 episodi.
Tutto trae origine da un efferata rapina accompagnata da una violenza sessuale in danno di una donna, avvenuta a Barlassina nel giugno di un anno fa.
La donna, convinta solo da un’amica a denunciare l’evento, ha raccontato di essere stata prima contattata telefonicamente dall’uomo e di averlo poi ricevuto all’interno della propria abitazione. Quest’ultimo, una volta entrato era subito passato alle vie di fatto minacciandola con un coltello, e intimandole solo di “volersi divertire”, le legava mani e piedi abusando di lei. Prima di allontanarsi, lasciando la vittima immobilizzata, l’aggressore si impossessava del denaro contante ed altri preziosi conservati nell’appartamento. Solo dopo faticosi tentativi la donna era riuscita a liberarsi e a chiamare l’amica, che l’aveva appunto convinta a richiedere l’intervento dell’Arma.
Gli investigatori sono partiti a giugno 2019 dal sopralluogo nell’appartamento, completamente a soqquadro, dall’analisi dei filmati di videosorveglianza delle telecamere circostanti e dallo studio dei tabulati di traffico telefonico.
Nel frattempo altri eventi si sono susseguiti in danno di altre donne in Brianza. In un intervento a Bovisio Masciago, l’uomo dopo aver fissato telefonicamente un appuntamento in casa di una donna, era riuscito furtivamente a sottrarle denaro contante per poi allontanarsi. In questo caso i Carabinieri intervenuti su segnalazione della donna, avevano appreso dalla stessa che il numero dell’uomo circolava da tempo in alcune “chat” tra meretrici che lo avevano segnalato ad altre “colleghe” come persona altamente pericolosa.
Scandagliando nel mondo della prostituzione, spesso coperto da forti reticenze, si era appreso di un altro evento avvenuto pochi giorni prima a Seveso, nel settembre 2019.
In quella circostanza l’uomo, dopo aver fissato il classico appuntamento per un “massaggio”, tramite preavviso telefonico reperendo il numero da un annuncio on line, si era recato nell’appartamento dove ad attenderlo vi erano due donne di origine brasiliana. L’uomo, prima ancora di pattuire alcuna prestazione, tentava di rapinarle con un coltello. Le grida delle due riuscivano però a farlo desistere e a metterlo in fuga.
L’epilogo risale a novembre, e si conclude con il suo arresto in flagranza. In quel frangente l’uomo aveva fissato un appuntamento con 2 donne di origini cinesi a Seregno, sempre all’interno di un appartamento. Dopo aver concordato la prestazione sessuale con le due, l’aggressore – rifiutandosi di consegnare in anticipo il corrispettivo in denaro – aveva adottato la sua consueta tecnica intimidatrice e dietro la minaccia di un coltello, dopo averle immobilizzate con corde e fascette, aveva costretto una delle due a subire un rapporto sessuale. Tuttavia subito dopo la sua fuga dall’appartamento, le donne riuscivano a lanciare l’allarme all’esterno e grazie all’aiuto di un cittadino, ad avvisare i Carabinieri tramite il 112. Raccolti i primi elementi descrittivi dell’uomo, i militari, che da tempo erano sulle sue tracce, sono riusciti a rintracciarlo dopo circa mezz’ora, e ad assicurarlo alla giustizia. Durante la perquisizione personale e domiciliare, sono state rinvenute corde, fascette per polsi e nastro isolante, utilizzati per coartare le vittime.
Rinvenuta inoltre una pistola scacciacani, il coltello utilizzato in diversi episodi nonché numerosi apparecchi telefonici che l’uomo era solito rubare alle donne per impedire sia alle vittime di richiedere i soccorsi che per ostacolare il suo rintraccio tramite il numero di telefono con il quale era stato accordato l’appuntamento.
Connessa alla compulsiva aggressività dell’uomo, che di giorno continuava a svolgere insospettabilmente il proprio lavoro di mobiliere nell’azienda di famiglia, l’assunzione di cocaina.
L’uomo, che annovera già un precedente penale per un evento analogo nel 2012, si trova ora in carcere a Monza.