Per la famiglia Zanda le feste natalizie non sono state tali. Il dolore per la scomparsa del figlio Maurizio infatti, non ha permesso loro di festeggiare serenamente il Natale come in una famiglia normale. L’allontanamento del figlio non ancora del tutto chiaro, anche se le ipotesi confermerebbero che si tratti di un atto volontario, è una ferita ancora aperta nei cuori di tutta la famiglia Zanda.
«Non è stata la stessa cosa un Natale senza il mio Maurizio, non era molto loquace ma era sempre felice di festeggiare il Natale in famiglia con i suoi genitori e sua sorella. Ogni anno malgrado le difficoltà organizzavamo un bellissimo pranzo tutti insieme», racconta commossa la mamma di Maurizio, Rosaria di Dio la Leggia.
«Non volevo festeggiare»
Per la mamma deve essere un dolore profondo non sapere come ha passato le sue feste di Natale il figlio scomparso nel nulla: «Inizialmente mi ero ripromessa di non festeggiare perchè non me la sentivo, poi alla fine sono andata a pranzo da mia figlia, ma con la mente pensavo a Maurizio e a come stesse festeggiando il suo primo Natale lontano dalla famiglia. Avrei voluto che fosse qui con noi, abbiamo bisogno anche del suo aiuto ora che mio marito è ricoverato in ospedale».
Papà Bruno infatti, logorato dal dolore, nei scorsi giorni ha avuto anche un piccolo malore e attualmente è ricoverato in ospedale: « Mio marito è molto malato e la scomparsa di nostro figlio non ha fatto che aumentare il suo dolore. Nei giorni scorsi si è sentito male e siamo stati costretti a portarlo in ospedale per tutte le cure del caso», spiega ancora una volta la moglie Rosaria.
I debiti di gioco
La madre ormai è certa che dietro alla fuga del figlio ci siano i debiti accumulati giocando alle slot machines e che sia per questo motivo che abbia anche portato via oltre otto mila euro al negozio di elettronica per cui lavorava: « Io non sapevo nulla, se avessi saputo che mio figlio giocava alle macchinette rovinandosi la vita non glielo avrei permesso. Ma ora capisco tante cose e soprattutto perché era sempre senza soldi. Semplice non ne aveva, tutto quello che guadagnava lo usava per giocare a quelle macchinette infernali».