Il Tribunale civile di Monza ha condannato tre dei presunti responsabili della cava illecita di rifiuti di via Molinara a risarcire il comune di 5 milioni di euro. La sentenza di primo grado emessa dal giudice Caterina Caniato della seconda sezione del Tribunale Ordinario di Monza è stata emessa nei confronti di Giovanni e Fortunato Stellittano e Massimiliano Cannarozzo. I primi due sono ritenuti tra i responsabili del traffico illecito di rifiuti. Cannarozzo è invece il proprietario del terreno su cui è spuntata la nota “cava della ’ndrangheta” scoperta dalla Polizia provinciale di Monza nel 2008. Il comune di Desio, che aveva indetto la causa, incassa una prima vittoria (LEGGI QUI).
«Siamo soddisfatti – commenta il sindaco Roberto Corti – anche se il percorso non è ancora concluso. Ci aspettiamo che gli imputati facciano ricorso in appello. La strada è ancora lunga, ma noi andiamo avanti. Intendiamo proseguire nella richiesta di risarcimento danni per la cava di via Molinara, così come per altre questioni». L’amministrazione comunale si è costituita parte civile anche al processo Infinito, nei confronti degli arrestati nell’ambito della maxi operazione anti ’ndrangheta. Al processo con rito ordinario, gli imputati sono stati condannati a risarcire di 300 mila euro il comune di Desio. La cifra, concretamente, non è ancora arrivata. Il sindaco Corti vorrebbe usare questi soldi per le scuole desiane.
«Faremo il punto della situazione sui processi in corso e sui risarcimenti che spettano all’amministrazione comunale» commenta oggi, alla luce della nuova sentenza che riguarda la cava di via Molinara. Intanto, però, i problemi restano. La bonifica del terreno inquinato non è ancora stata fatta. Il proprietario Massimiliano Cannarozzo, oggi condannato al risarcimento, finito in carcere la scorsa primavera per evasione fiscale, si è dichiarato nullatenente. Spetterebbe al comune finanziare la bonifica, che costerebbe circa 5 milioni di euro (per paradosso, è la stessa cifra del risarcimento).
Prima, però, vanno realizzate le analisi di caratterizzazione: i risultati, oltre a chiarire se e dove si trovano i rifiuti più pericolosi, potrebbero aprire le porte ad un finanziamento della Regione. Anche le analisi hanno un costo (circa 150 mila euro). Il Pirellone, con un documento approvato in consiglio regionale, si era impegnato a sostenere la spesa. Ma poche settimane fa l’assessorato all’ambiente ha riferito che, invece, dovrà essere il comune di Desio a pagare.