Catalogo online delle donne single, la Cassazione conferma la condanna per l’autore

In 95 pagine pubblicati i profili Facebook di 1200 donne del lecchese, in cantiere pare ci fosse anche un catalogo mutuato dal primo, di donne monzesi e brianzole con oltre 700 profili
La sede della Corte di Cassazione a Roma
La sede della Corte di Cassazione a Roma

Il caso scoppiò nel 2017, quando nel lecchese alcune donne si accorsero di essere apparse, a loro insaputa, in un “catalogo” in formato e-book, messo in vendita. Oltre 1.200 i profili Facebook (società ignara della vicenda) contenuti nell’e-book, alcune minorenni, che sui loro profili social si erano dichiarate single. In cantiere pare che, all’epoca, ci fosse anche un catalogo mutuato dal primo, di donne monzesi e brianzole con oltre 700 profili. Nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a un anno e mezzo (con pesa sospesa) all’autore del catalogo, un 59enne lecchese che era finito a giudizio nel 2021 con le accuse di trattamento illecito di dati personali, diffamazione e sostituzione di persona.

Catalogo delle donne single, forse in cantiere anche uno per Monza e Brianza

Il pm aveva chiesto un anno di carcere mentre il giudice si era espresso aggiungendo sei mesi e il pagamento delle spese processuali. Pubblicato su un sito di self publishing, il catalogo era stato ritirato a un mese dalla commercializzazione online, non appena alcune vittime si erano riconosciute. Tuttavia, ne erano già state vendute alcune copie. L’autore si è sempre difeso dicendo di avere agito ingenuamente pensando di non fare nulla di sbagliato in quanto si trattava di profili pubblici mentre la sentenza, prima in Italia nel suo genere, ha affermato il principio che nessuno può utilizzare dati personali per fini differenti rispetto a quelli per i quali si è espresso il consenso.