Caso Mantide: nessuna perizia psichiatrica, rinvio a giudizio per Tiziana Morandi

Tiziana Morandi non sarà sottoposta a perizia psichiatrica e tornerà in tribunale il 30 aprile.

Niente perizia psichiatrica, rinvio a giudizio per il prossimo 30 aprile e richiesta degli arresti domiciliari invece della detenzione in carcere. E’ quanto deciso, venerdì 10 febbraio, dal giudice del tribunale di Monza, Gianluca Tenchio, nel corso dell’udienza preliminare, sul prossimo futuro di Tiziana Morandi, ormai conosciuta come la “Mantide della Brianza”, accusata di avere soggiogato, narcotizzato e derubato una decina di uomini

Caso Mantide: il 28enne narcotizzato

A costituirsi parte civile solo un 28enne di Trezzo sull’Adda. “Deve avermi drogato, sono uscito di strada con l’auto e sono finito in ospedale, ma non ricordo niente”, sostiene il giovane che aveva presentato una denuncia. La donna era stata arrestata a luglio e ancora oggi si trova detenuta nel carcere di Monza. Ed è proprio per la sua detenzione che il suo legale aveva presentato la richiesta di una perizia psichiatrica (alla quale si erano però opposti i pubblici ministeri Carlo Cinque e Giovanni Santini della Procura di Monza e l’unica parte civile), una detenzione che, aveva dichiarato, le avrebbe procurato una continua encefalite che la faceva impazzire. Richiesta che però il giudice Tenchio non ha ritenuto di dovere accettare. “È un miracolo che non sia morto, hanno dovuto estrarlo dalle lamiere della sua vettura con le cesoie e l’hanno trasportato in ospedale con l’elisoccorso – aveva raccontato l’avvocato Barbara Giulivi del Foro di Bergamo, legale del 28enne. – Era andato a casa della donna per un massaggio e poi si è sentito male, non sa neanche come ha fatto ad arrivare con l’auto fino a Trezzo”.

Caso Mantide: il dibattimento in aula il 30 aprile

Nell’udienza preliminare precedente era stata invece il difensore di Tiziana Morandi, Alessia Pontenani, a chiedere la perizia psichiatrica per la sua assistita. “Sta molto male, molto male, e non posso dire di più per ovvi motivi di privacy” ci aveva dichiarato fuori dall’aula. Ieri mattina Tiziana Morandi ha presenziato in aula, sempre in stato di detenzione e lì ha appreso che il 30 aprile dovrà invece affrontare il dibattimento dinanzi ad un collegio di giudici, con le pesanti accuse di rapina, lesioni, utilizzo indebito di  carte di credito e violazione della legge sugli stupefacenti.