Bastano 600.000 euro per acquistare a Monza, zona policlinico, una porzione di villa bifamiliare (composta da piano seminterrato da 140 metri quadrati, piano rialzato di altrettanti 140, un primo piano da 150, oltre a magazzino, lavanderia, taverna, cantina e mansarda). Sempre a Monza si può trattare una “zona edificabile abitativa” su 1.500 metri quadrati. A Desio, a “500 metri da Fs linea Milano- Como- Chiasso”, con 250mila euro si compra un “prestigioso ufficio al primo piano, 3 locali oltre doppi servizi e archivio/deposito”. Nel Parco di Monza, “in prestigiosa residenza del 1900 completamente ristrutturata”, vendesi appartamenti a partire da 80 mq, prezzo 375.000 euro.
Da una parte gli italiani che vogliono vendere un’attività, una casa o cercano lavoro. Dall’altra i cinesi, sempre alla ricerca del business, di imprese da rilevare o di oggetti di lusso da acquistare. Il mercato immobiliare italiano che soffre, la crisi che ti strangola, così pure i brianzoli che cercano di fare cassa si rivolgono ai cinesi anche se non ne hanno mai visto uno far benzina al distributore. Perché i cinesi ci sono e hanno i soldi. Sono una trentina le offerte di vendita di immobili che compaiono oggi sul sito www.vendereaicinesi.it, una start up lanciata nel 2013 da Simone e Alberto Toppino, 36 e 40 anni.
I due imprenditori di Alba vanno a cena con l’amico Alessandro Zhou, un 27enne nato in Italia da genitori cinesi e laureato alla Bocconi. E, come ammette Simone, dopo il classico bicchiere in più ecco che si accende la lampadina. Tutto parte dalla considerazione che i cinesi immigrati non guardano siti italiani e non leggono i nostri giornali. Così nasce il sito che, al prezzo di 42,50 euro per 60 giorni, pubblica annunci commerciali in italiano e cinese (non solo case, ci sono proposte di attività, beni e prodotti, motori, servizi e proposte di lavoro).
Annunci che vengono messi sia online che sulle pagine cartacee del Europa China News e del Tempo Europa Cina, due giornali in lingua cinese pubblicati in Italia, 21mila copie la tiratura totale. L’annuncio, caricato dall’inserzionista in lingua italiana, in 48 ore viene tradotto in cinese e pubblicato su entrambi i siti gemelli. Quello italiano dimostra che l’annuncio è stato diffuso, quello in mandarino servirà alla comunità cinese per fare affari. Maimaiouzhou.com (MaiMai significa compra-vendi, Ouzhou vuol dire Europa) è visitato da una media di 500 cinesi al giorno, con una media di 5 minuti di permanenza e il 70 per cento di ritorno. Il portale, nell’idea dei due imprenditori piemontesi, nasce come strumento di unione tra due popoli che, soprattutto per motivi linguistici, vivono gomito a gomito ma non comunicano tra loro. E i numeri della start up dicono che quella sera, al ristorante, fu felice intuizione.
Dalla partenza del portale, febbraio 2013, sono stati pubblicati 21.211 annunci in tutta Italia, 4.597 in Lombardia, 2.059 nella provincia di Milano, 837 dai comuni della Brianza. Un dato rilevante quello della nostra provincia. C’è feeling tra noi e loro. D’altronde i cinesi immigrati, rivela una ricerca dell’Università dell’Insubria, provengono per il 90% dalla regione dello Zhejiang, una delle tre prime aree per Pil in Cina, caratterizzata, proprio come in Brianza, da un’imprenditorialità familiare. Circa 10.000 le visualizzazioni medie dei due siti, una dato che si riferisce ai mesi del 2015. Da un anno il 50 per cento della società dei Toppino è stato ceduto a Class Editori, la casa editrice italiana leader nell’informazione finanziaria, della moda, del luxury goods e del lifestyle.
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