Carlo Acutis è stato dichiarato beato ad Assisi nella Basilica superiore di San Francesco. Papa Francesco ha dato ad inizio 2020 il via libera alla beatificazione del 15 enne scomparso il 12 ottobre 2006 a Monza, per una leucemia fulminante. Nato a Londra, dove i genitori si trovavano per motivi di lavoro, è cresciuto frequentando la parrocchia di Santa Maria segreta a Milano. Fu allievo delle suore Marcelline, alle elementari e alle medie, e dei padri Gesuiti al liceo. Poi, adolescente, fu colpito dalla malattia. La vita di Acutis è stata, pur nella sua brevità, un percorso unico, segnato da una fede straordinaria e da una passione enorme per l’informatica. Di famiglia benestante, Carlo amò, ancora bambino, a dismisura, poveri ed emarginati. Le sue paghette andavano spesso in dono a senzatetto. Spesso si recava alla mensa dei frati cappuccini a Milano, in viale Piave. Un cammino di generosità parallelo al suo percorso di fede, così forte e potente.
Sua la frase «sono contento di morire perché ho vissuto la mia vita senza sciupare neanche un minuto di essa in cose che non piacciono a Dio». In lui l’idea di perdere la vita in età precoce fu subito forte e questo lo spinse a vivere intensamente molti momenti della sua esistenza e donare se stesso agli altri. Amava gli amici, lo sport, internet, ma in ogni ambito portava la sua fede. «Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie» forse la sua frase più nota. Acutis è sepolto dal 2016 al Santuario della Spogliazione di Assisi.
È uno dei giovani indicati da Papa Francesco come modelli nell’esortazione apostolica “Christus vivit”, insieme a tre italiani (san Domenico Savio e i beati Piergiorgio Frassati e Chiara Badano) e altre figure. È stato proposto come patrono di internet per la sua giovane età e per il suo essere giovane tra i giovani. La sua tomba è stata aperta alla venerazione dal 1° al 17 ottobre.