Non sapevano dove fosse. Era rimasta chiusa dentro al cimitero. Per liberarla si è reso necessario l’intervento dei carabinieri della locale stazione e di una squadra dei vigili del fuoco volontari di Carate Brianza. Sono stati attimi di apprensione domenica 12 febbraio per una famiglia residente a Carate, quando una sessantanovenne non ha fatto più ritorno a casa.
Uscita nel pomeriggio per andare a messa, nonostante fosse buio di lei non si avevano ancora notizie. Impossibile raggiungerla telefonicamente, aveva dimenticato a casa il cellulare. Affetta da problemi depressivi, i parenti si sono preoccupanti e si sono presentati dai carabinieri per denunciarne la scomparsa.
Per fortuna conoscenti avevano indicato il cimitero come uno dei luoghi dove si era recata. Ed è qui che un familiare qualche minuto prima delle 22 è stato richiamato dalle sue grida e ha scavalcato la recinzione. La donna era all’interno da quasi quattro ore, probabilmente da ben prima delle 18, infreddolita e spaesata. Forse non aveva sentito il risuonare della sirena, che preannunciava la chiusura dei cancelli.
Quando suona l’impianto gli utenti hanno trenta minuti di tempo per azionare il sistema di apertura automatico, un provvedimento richiesto sette anni fa dai pompieri e introdotto visto il ripetersi in passato di persone bloccate all’interno.
Domenica ad aprire il cancello ci hanno pensato proprio i vigili del fuoco, presenti anche i carabinieri e il personale sanitario arrivato in via Milite Ignoto con un’ambulanza. La donna non è stata trasportata in ospedale, ma è stata visitata in posto.