Niente scuola dell’infanzia fino a lunedì 19 settembre per i 124 bambini della comunale di via Sciesa a Carate Brianza. Le porte della scuola che avrebbero dovuto riaprire l’1 settembre, e poi il 5, causa ritardo del cantiere di riqualificazione del plesso, resteranno chiuse anche nelle prossime due settimane.
L’ufficio Istruzione sta contattando una ad una le famiglie per avvisarle del contrattempo: i lavori al pavimento e al controsoffitto, che dovevano terminare a fine agosto, sono in grande ritardo.
«Siamo mortificati», ha confessato il sindaco Francesco Paoletti all’indomani del vertice di mercoledì con l’impresa CVL di Legnano a cui hanno partecipato anche gli assessori Isa Vergani (Istruzione) e Tommaso Brenna (Lavori pubblici) e i funzionari dei rispettivi settori. Giovedì il sindaco ha firmato una seconda ordinanza, dopo quella di metà agosto che faceva slittare l’inizio dell’attività al 5 settembre.
«Siamo mortificati nei confronti delle famiglie: sappiamo bene – commenta Paoletti – che si organizzano facendo affidamento sulle istituzioni scolastiche e che ora dovranno riprogrammare le agende».
Un bel grattacapo, soprattutto per quei genitori lavoratori che non possono contare sulla disponibilità di nonni e parenti.
«Faremo in modo – aggiunge l’assessore Vergani – che l’inserimento dei bambini, che attendono sempre con emozione l’inizio della scuola, sia il più possibile sereno: stiamo attivando strategie per minimizzare il disagio e garantire dal 19 la piena operatività. La priorità è questa». L’impresa dovrà consegnare il cantiere il 15 settembre. Seguiranno, a cura del Comune, le operazioni di sanificazione e pulizia degli ambienti e di riposizionamento dei mobili e degli arredi.
Lavori che andranno avanti anche nel fine settimana. Solo a questo punto, il 19 settembre, la scuola potrà aprire.
Alternative? «Non ce ne sono. Crediamo fortemente – così sindaco e assessore – che la scuola debba essere un ambiente educativo piacevole e sereno: qualunque alternativa sarebbe stata un ripiego, non una soluzione».