In un anno, il 2020, caratterizzato dalla pandemia, che per il settore dell’arte ha causato un forte decremento delle compravendite, i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale hanno comunque registrato una altissima operatività come testimoniano i dati relativi diramati dai vertici del prestigioso settore dell’Arma insediato nella Villa Reale di Monza.
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I militari si sono concentrati in particolare anche sulla attività preventiva – con controlli sui diversi siti web di riferimento e sui social network più noti – portando rispetto al 2019 i riscontri sul commercio dei beni culturali a un +84,27%. Non solo: sono cresciuti addirittura del 236% i controlli alle aree tutelate da vincoli paesaggistici e monumentali dell’intera regione. Inoltre sono stati 2500 i beni verificati nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale: si tratta, principalmente, di opere d’antiquariato e reperti di interesse archeologico.
Sul piano repressivo, i carabinieri del Tpc lombardo hanno denunciato all’autorità giudiziaria 92 persone (+19,48%), responsabili di aver violato le norme del codice penale e quelle che tutelano il patrimonio culturale nazionale (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio): nella maggior parte dei casi si tratta di reati di furto, ricettazione di opere di provenienza illecita e contraffazione di dipinti di arte moderna e contemporanea.
Le attività di polizia giudiziaria hanno consentito di recuperare e sequestrare 1.174 beni, di cui 393 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 571 reperti archeologici e 210 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in 2.531.570 euro per i beni culturali e di 4.496.300 euro per quelli contraffatti, qualora immessi sul mercato come autentici.
Come avvenuto in generale per tutti i reati, calati, in primo luogo a causa delle restrizioni imposte dal lockdown, nel 2020 anche il numero di furti di beni culturali è complessivamente diminuito rispetto a quelli dell’anno precedente: zero quelli commessi in danno dei musei, pinacoteche, archivi e biblioteche e nove quelli in danno dei luoghi di culto.
Tra le operazioni maggiormente di rilievo il Tpc ricorda l’arresto, a Torino, al termine di una attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica di Milano (per la parte italiana) e coordinata a livello internazionale da Europol ed Eurojust, agenzie finalizzate alla lotta al crimine internazionale in territorio europeo, in esecuzione di un Mandato di Arresto Europeo emesso dall’Autorità Giudiziaria inglese, di un quarantenne rumeno, appartenente a un’organizzazione criminale dedita alla commissione di furti in Gran Bretagna dove erano stati sottratti 260 libri antichi, del valore commerciale di 2 milioni di sterline britanniche (oltre 2 milioni di euro), consumato nella notte tra il 29 e il 30 gennaio 2017 a Feltham (Regno Unito). I carabinieri monzesi hanno scoperto che il 40enne si era rifugiato a Torino con false generalità e lì è stato localizzato ed arrestato. I preziosi libri, di notevole rilevanza storica, sono stati recuperati il 16 settembre 2020, in Romania, nella contea di Neamt, da quella Polizia Nazionale.
Un altro risultato da segnalare è il rimpatrio del dipinto a olio su tela “Maternità” dell’artista bolognese Carlo Cignani (1628-1719) recuperato dai Carabinieri Ntpc a quasi mezzo secolo dalla sottrazione in un’abitazione privata di Calco, Lecco, avvenuta nel dicembre del 1975. Il bene è stato individuato su un catalogo di una nota casa d’aste bavarese che lo offriva da una base di partenza di 8.000 euro. L’attività investigativa, prontamente avviata dal Nucleo brianzolo, ha portato al deferimento da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna di due cittadini italiani e ha permesso di accertare che nel 2016 il dipinto fosse in un mercatino antiquariale veneto, per poi apparire in Germania due anni dopo. Dopo il rimpatrio l’opera è stata restituita al legittimo proprietario.
Infine da ricordare il recupero di uno stemma scultoreo in bronzo fuso con le armi dei nobili Poldi Pezzoli, realizzato dall’artista lombardo Lodovico Pogliaghi trafugato il 3 dicembre 1946, un recupero reso possibile grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città Metropolitana di Milano e con il Museo Poldi Pezzoli della città meneghina. E ancora il sequestro di un dipinto a olio su tela raffigurante la “Morte di San Giuseppe”, attribuito alla bottega di Luca Giordano (1634-1705) o verosimilmente all’artista stesso, unitamente alla Sezione Operativa Territoriale doganale di Orio al Serio (BG), negli spazi doganali dell’aeroporto internazionale bergamasco “Caravaggio”. Il dipinto era giunto nello scalo orobico con una spedizione proveniente da New York ed è risultato illecitamente esportato in epoca imprecisata dal proprietario, un quarantanovenne romano, senza la prescritta autorizzazione dell’Ufficio Esportazione del Ministero della cultura.