Brugherio-Ris e ritorno: i carabinieri incastrano il ladro dal dna

I carabinieri di Brugherio hanno chiuso un altro caso di furto in abitazione con l’identificazione del colpevole e la notifica del provvedimento dell’autorità giudiziaria grazie al dna ricavato da tracce di sangue rinvenute sul posto.
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4I3V4400 PARMA CARABINIERI RIS LABORATORI FISICA DETERMINAZIONE DNA Radaelli Fabrizio

Dopo l’ormai noto arresto di un topo d’appartamento su un balcone di via della Vittoria, nei giorni scorsi i carabinieri di Brugherio hanno chiuso un altro caso di furto in abitazione con l’identificazione del colpevole e la notifica del provvedimento dell’autorità giudiziaria.

Questa volta però niente arresto in flagranza, ma un’indagine scientifica passata dai Ris di Milano. A inchiodare il colpevole infatti sono state le impronte digitali lasciate sulla scena del crimine, in particolare su una finestra infranta proprio allo scopo di penetrare nella residenza occupata da un’anziana e dalla sua badante. Il colpo risale addirittura a febbraio. I militari della stazione locale non si sono dati per vinti e, sebbene il furto fosse fallito perché sorpreso dalle occupanti, hanno mandato avanti le indagini risalendo al colpevole. Si tratta di un tunisino senza fissa dimora ma solito bazzicare tra Mantova e Como.

Ha 28 anni e dei precedenti per reati contro il patrimonio e per rissa. Tuttora è in carcere a Como per un altro reato. È lì che i carabinieri di via Dante gli hanno dato la pessima notizia: se credeva di averla fatta franca a Brugherio, si era sbagliato. L’episodio risale a una notte di fine febbraio, mentre in casa dormivano l’anziana proprietaria e la sua assistente. Il tunisino è accusato di avere infranto persiana, tapparella e finestra dell’appartamento in viale Lombardia e di aver messo a soqquadro il bagno. Il colpo è fallito perchè l’uomo, sorpreso dalla badante, è fuggito. Sul posto però i carabinieri, poi chiamati per la denuncia, hanno trovato sia sangue dovuto probabilmente a qualche vetro rotto, sia impronte digitali sulla finestra. Queste ultime, prelevate dagli esperti dei rilievi scientifici, sono state analizzate dai Ris e attribuite con certezza al tunisino pluripregiudicato.

La notifica dell’ordine di carcerazione è stata eseguita in carcere a Como, si attende il processo ma al momento sembra possa considerarsi chiuso il caso. Il successo dei militari locali, stavolta avvolto dal fascino che ancora esercitano le indagini scientifiche sui comuni cittadini, segue di pochi giorni un episodio analogo ma in versione action. La scorsa settimana, chiamati da un residente che aveva sentito rumori inequivocabili venire dal muro esterno del suo caseggiato, i carabinieri avevano acciuffato un altro topo d’appartamento nascosto sul balcone al secondo piano di un’abitazione i cui padroni erano in vacanza. I carabinieri l’hanno raggiunto grazie alle scale portate dai pompieri e hanno fatto scattare le manette scongiurando il saccheggio e salvando le vacanze (e l’umore) dei proprietari