Brianza: i sindaci riuniti a Monza sotto le insegne della Provincia

Venerdì 21 aprile alla Villa reale la cerimonia di consegna delle prime vere bandiere provinciali dopo l'approvazione dell'araldica ufficiale.
Cerimonia della Provincia in Villa reale: il gonfalone
Cerimonia della Provincia in Villa reale: il gonfalone Fabrizio Radaelli

«Nel periodo più buio è iniziato il nostro percorso di rinascita»: così  il presidente della Provincia di Monza e Brianza, Luca Santambrogio, ha spiegato perché ieri, alla Villa reale di Monza, ha invitato tutti i sindaci del territorio per consegnare loro le prime, vere bandiere provinciali. 

Cerimonia della Provincia in Villa reale
Cerimonia della Provincia in Villa reale

Sono figlie del progetto araldico che ha dato alla Brianza il suo stemma, un gonfalone, un simbolo per tutti: e il 2020 era un anno buio per tante ragioni – l’esordio della pandemia ma anche e soprattutto, la coda lunga di quella enorme crisi  in cui era sprofondato l’ente dopo la riforma Delrio finita nel limbo del referendum costituzionale bocciato di Renzi, che ha lasciato le Province vive, con competenze da ottemperare ma senza risorse.

I sindaci della Brianza e i presidenti della Provincia

«La Provincia è un ente importante, lo è per dare risposte celeri ai cittadini» e negli ultimi anni ha ottenuto risorse maggiori dallo Stato, nonostante il 50% delle entrate (34 milioni all’anno) finisca ancora a Roma. Qualcosa è cambiato, qualcosa forse cambierà, ha detto l’ospite Stefano Marcon, presidente provinciale di Treviso e vicepresidente dell’Upi, l’Unione delle Province, spiegando che la legge di riforma per il ritorno all’elezione diretta ha trovato una sintesi in parlamento e che si potrebbe arrivare al voto dei cittadini nel 2024, in occasione delle Europee.

Alla Reggia, con il prefetto Patrizia Palmisani (per la quale i simboli sono importanti e i Comuni sono chiamati, come hanno fatto in pandemia, a fare squadra), i precedenti presidenti provinciali della Brianza. Dario Allevi di Monza, intanto, il primo, che ha ricordato come proprio in Villa reale si sia tenuto il primo consiglio provinciale il 30 giugno 2009 e come la cavalcata iniziale con la costituzione di tavoli importanti per il lavoro e il tessuto economico sia stata interrotta proprio dalla Delrio.

La Provincia, gli anni bui, la rinascita

Il successore Gigi Ponti (Cesano Maderno) ha ricordato l’architetto Egidio Ghezzi, il dirigente che ha anche progettato la sede della Provincia, e ha parlato del declassamento ma anche «del percorso che è nel dna della Brianza, la casa dei Comuni» che nel tempo si è strutturata e può ancora crescere. Infine Roberto Invernizzi (Bellusco), che ha probabilmente affrontto il periodo più nero, con  pochi soldi nelle casse e impegni da mantenere, il periodo in cui la “ristrutturazione” dell’ente, tra tante difficoltà, ha preso corpo, diventando il luogo in cui tanti municipi, soprattutto i più piccoli, trovano appoggio. «Abbiamo chiesto solidarietà a tanti enti, non tutti hanno risposto. Ma noi abbiamo lavorato al servizio delle istituzioni».

Le bandiere ora ci sono: per il 25 aprile, ha detto Santambrogio, ma dal 21 aprile, giorno del Natale di Roma, la capitale dell’antichità in cui in simboli avevano un peso importante.