Cinque giorni e 100 chilometri per raggiungere la cattedrale di Santiago di Compostela. Una sfida che i ragazzi delle cooperative il Seme di Biassono e Lambro di Monza hanno raccolto e vinto.
Sono partiti dall’Italia il 22 maggio scorso per affrontare uno dei cammini simbolo della cristianità. Sette ragazzi disabili in marcia accompagnati altrettanti educatori e volontari per un’impresa educativa prima ancora che fisica, che gli stessi promotori del progetto hanno definito “visionaria”.
Tante tappe tutte condivise sulla pagina Facebook “100 Km verso Santiago” dove i protagonisti dell’avventura hanno postato giorno dopo giorno foto e commenti. Un’avventura social che amici e parenti hanno potuto seguire in tempo reale da casa, accompagnando e incitando i pellegrini fino all’arrivo alla cattedrale di Santiago, lo scorso 28 maggio.
«Ancora due giorni e saremo a Santiago – scrivevano i pellegrini il 25 maggio a pochi chilometri dalla meta, prima dell’ultima tappa a Pedrouzo -. Abbiamo sulle gambe 60 chilometri, siamo stanchi a spingiamo ancor. Domani sarà la tappa più difficile: 33 chilometri, ma abbiamo gambe e fiato e voglia di farcela».
Un progetto, quello di raggiungere la capitale della Galizia, nato mesi fa e coltivato con pazienza nel tempo. Prima di partire, infatti, i pellegrini si sono dati da fare per raccogliere i fondi necessari per poter realizzare il viaggio.
«Il nostro progetto si è concluso – scrivevano il 29 maggio, il giorno del rientro in Italia dopo aver ottenuto l’ultimo timbro sulla loro Credenziale del pellegrino -. Abbiamo camminato più di 100 chilometri, abbiamo faticato ma poi alla sera la nostra fatica veniva lenita dallo stare insieme e divertirci. Siamo arrivati alla Città delle stelle e ce le siamo prese tutte. Abbiamo stretto le mani degli altri pellegrini e qualcuno di loro ha anche lasciato un segno importante nei nostri cuori. Abbiamo abbracciato san Giacomo ringraziandolo, e pianto dalla commozione quando siamo arrivati. E siamo giunti alla fine del mondo. Noi ci portiamo a casa un’esperienza pazzesca. Speriamo che “100 Km per Santiago” sia un progetto anche per voi: quando pensate di non farcela, pensate a noi che con le nostre fatiche oggettive ce l’abbiamo fatta davvero».