«C’è troppo traffico, bisogna fare la metropolitana». La battuta Beppe Sala l’ha buttata lì subito, venerdì appena entrato in Sala Maddalena. Il sindaco di Milano, a Monza accanto a Roberto Scanagatti per sostenere il sì al referendum, tiene «tantissimo» al prolungamento della linea 5 in città. L’intervento, ha spiegato, è l’unica grande opera del suo programma elettorale che ruota attorno alla riqualificazione delle periferie e all’internazionalizzazione del capoluogo lombardo. «Conto – ha affermato – di far partire i lavori durante il mio mandato» ma, ha precisato, i cantieri potranno essere inaugurati solo se il Governo finanzierà il 65-70% dell’importo. Il futuro del metrò, quindi, si gioca a Roma ma lui è «abbastanza ottimista» in quanto il contributo statale è previsto dal Patto per Milano.
Il cronoprogramma, al momento, prevede due passaggi: «Stiamo completando – ha dettagliato il primo cittadino milanese – la valutazione di sostenibilità economica del progetto in modo da capire quanto si dovrà investire, come si dovrà rientrare, quanti biglietti» potranno essere staccati. Questo primo atto, che dovrebbe chiudersi entro febbraio, sarà seguito dall’analisi della sostenibilità tecnica: gli esperti dovranno fissare la tempistica dei lavori, le fasi di avanzamento, i disagi che creeranno, il tipo di gara con cui appaltarli. Lo studio dovrebbe essere pronto nel giro di un anno. Nel frattempo dovrebbe arrivare la risposta da Roma: «Se non succede nulla – ha ipotizzato il sindaco – entro pochi mesi potremmo essere in grado di dire se la metropolitana sta in piedi dal punto di vista economico e tra un anno abbondante potremmo avere la conferma definitiva. A quel punto potremmo partire con i cantieri».
L’arrivo della 5 a Monza, ha precisato Sala, è indispensabile per un territorio molto più vasto di quello che attraversa in quanto una delle sfide del futuro è legata alla capacità di coniugare lo sviluppo urbanistico alla tutela dell’ambiente: «Dobbiamo dare – ha ricordato – a chi usa la macchina gli strumenti per farne a meno. Ogni giorno entrano a Milano 600.000 veicoli: anche per questo dobbiamo cercare di portare fuori città le metropolitane e cercare un’alleanza con i giovani» meno legati al possesso delle auto di chi ha qualche decennio in più. Milano, con i suoi 300.000 abbonati, è la città europea con il maggior numero di utenti del car sharing e occorre lavorare con le società di gestione per estenderlo oltre i suoi confini, «magari fino a Monza».
Se vincerà il sì non gli spiacerebbe fare il sindaco-senatore per «portare a Roma le istanze del nostro territorio, far sentire la nostra voce e le nostre arrabbiature. La Brianza e Milano non hanno ministri» e anche per questo rischiano di restare a bocca asciutta. Lui ha già pronto lo slogan: «Meglio Sala di Razzi». E per chi avesse dei dubbi sulla ricandidatura di Scanagatti ha annunciato: «Sarò vicino a Roberto anche nei prossimi mesi».