«Non siamo truffatori, siamo solo degli imprenditori che sono falliti». In tanti anni, Giuseppe e Mauro Antonini non avevano mai parlato. Mai una parola. Niente di niente. Ora, i due titolari di quello che un tempo era considerato il più grande concessionario d’auto di Varedo hanno voluto dire la loro versione dei fatti. Lo hanno fatto nel corso del processo che li vede imputati sul presunto raggiro di 150 automobilisti che avevano versato soldi con l’impegno di esporre pubblicità, ma non hanno mai ricevuto l’auto. Uno dei più colossali raggiri in Lombardia nel settore dell’auto.
Autosalone Antonini di Varedo, i titolari: “Nessuna truffa, messi in ginocchio da problemi economici”
Giuseppe e Mauro Antonini, però – attraverso i loro avvocati che li stanno difendendo al processo con il rito abbreviato davanti alla giudice per le udienze preliminari del tribunale di Monza Francesca Bianchetti hanno affermato che «non c’è stata nessuna truffa perché molte auto sono state regolarmente consegnate ai clienti e i contratti per la pubblicità sono stati attivati regolarmente. Semplicemente, il nostro progetto è stato messo in ginocchio dai problemi economici che hanno alla fine portato al fallimento della società». I fratelli Antonini, dunque, contestano l’accusa per il presunto raggiro sulla vendita delle vetture nell’inchiesta che ha visto al centro l’autosalone di Varedo.
Autosalone Antonini di Varedo: il pm ha chiesto sette anni di reclusione
Il pm del tribunale di Monza Vincenzo Fiorillo però ha già chiesto per loro una condanna a sette anni di reclusione (in continuazione con la precedente condanna di tre anni per bancarotta fraudolenta) per associazione per delinquere e truffa. Il giudice li ha ritenuti amministratori di fatto, mentre tre anni è stata la richiesta per l’amministratore di diritto Giancarlo Capoccia, accusato anche di concorso in bancarotta fraudolenta e due anni per la moglie di uno degli Antonini, accusata di riciclaggio di denaro di presunta provenienza illecita. Pure Capoccia nega le accuse sostenendo di essersi prestato alla nomina come amministratore ma, avendo un contratto e un ruolo da venditore, non ne aveva le competenze e ha soltanto eseguito quanto a lui indicato dai due fratelli Antonini. Per l’accusa di truffa in concorso cinque venditori di auto sono stati già rinviati a giudizio e saranno processati in dibattimento il 17 marzo.
Autosalone Antonini di Varedo: ottanta automobilisti parte offesa
Sono ottanta invece gli automobilisti – tra parti offese e parti civili – che hanno chiesto semplicemente un risarcimento danni. Per loro la sentenza ci sarà il 9 novembre. I fratelli Antonini sono già stati condannati in primo grado al Tribunale di Monza per bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita a quattro anni di reclusione e al risarcimento dei danni al fallimento della società dell’autosalone, con una provvisionale di 150mila euro.