Violenza domestica, stalking, e cyberbullismo: in questura a Monza il protocollo che fa crollare le recidive

Spazi d'ascolto per chi si sia reso protagonista di atti persecutori, violenza domestica e cyberbullismo e attenzione alle vittime
La firma del protocollo da parte del sindaco di Monza Paolo Pilotto

Spazi d’ascolto per chi si sia reso protagonista di atti persecutori, violenza domestica e cyberbullismo e attenzione alle vittime, inizialmente orientadole verso colloqui mirati ai servizi comunali preposti e agli sportelli d’ascolto del territorio, non escludendo in futuro di realizzare un presidio stabile in Questura. Si tratta di due iniziative approntate per la prevenzione della violenza sulle donne, in occasione dell’8 marzo da parte delle istituzioni del territorio, a partire dal Questore della Provincia di Monza e della Brianza, Marco Odorisio.

Il tavolo con il questore Marco Odorisio, il sindaco Paolo Pilotto, Paolo Giulini e il dirigente la Divisione Anticrimine Marco De Nunzio

Il Protocollo per gli spazi di ascolto

Insieme al sindaco di Monza, Paolo Pilotto, e al presidente del CIPM “Centro Italiano per la Promozione della Mediazione”, Paolo Giulini, martedì 7 marzo, in Questura, a Monza, Odorisio ha sottoscritto il “Protocollo di Collaborazione per la realizzazione di spazi d’ascolto per persone che hanno ricevuto l’Ammonimento del Questore per atti persecutori, violenza domestica e cyberbullismo”, rendendo di fatto pienamente operativo il “Protocollo Zeus” tra Questura e CIPM per la “presa in carico” degli autori di tali odiosi reati.

Spazi di ascolto, il Comune mette a disposizione spazi del Centro civico

Un intervento in rete: il Comune di Monza metterà a disposizione degli psicologi del CIPM spazi nel Centro Civico cittadino “San Carlo – San Giuseppe” di via Silva, 26, “per periodici incontri con i soggetti ai quali la Divisione Anticrimine della Questura notifica l’Ammonimento del Questore“, persone alle quali viene “formalmente ingiunto” di seguire un percorso trattamentale integrato sulla consapevolezza del disvalore sociale dei loro comportamenti. Con Monza ci sono altre 62 Questure in tutta Italia che che hanno sottoscritto o rinnovato analoghi protocolli che hanno l’obiettivo di prevenire e contrastare il fenomeno della violenza contro le donne basata sul genere.

L’efficacia dell’ammonimento del questore

Del resto l’efficacia della misura dell’ammonimento insieme ai protocolli per la presa in carico del maltrattante è testimoniata dai dati statistici nazionali: 2398 ammonimenti nel 2020 (1110 per violenza domestica, 1288 per stalking); 2898 ammonimenti nel 2021 (1448 per violenza domestica, 1450 per atti persecutori); 3559 ammonimenti nel 2022 (2016 per violenza domestica, 1543 per stalking), “con una crescente diminuzione dei casi di recidiva” dicono dalla Questura.

Ammonimento del Questore, recidive in calo

La percentuale dei soggetti ammoniti che ha aderito al trattamento e che è, successivamente, stata denunciata per maltrattamenti in famiglia o atti persecutori è diminuita nel corso del tempo: se nel 2020 i soggetti denunciati per atti persecutori, dopo essere stati ammoniti, erano il 20%, nel 2022 la percentuale è scesa al 9%; stesso andamento per le persone ammonite per violenza domestica. Nelle Questure dove sono attivi accordi di collaborazione, le percentuali di recidiva scendono, nel 2022, al 7%.

L’accordo in Questura guarda anche alle vittime

L’accordo sottoscritto a Monza – oltre che agli autori – guarda però anche alle vittime, gettando le basi per dare stabilità ad una innovativa collaborazione di recente avviata tra Questura e Comune di Monza sul tema dell’accoglienza, ascolto e supporto di prossimità. Già da gennaio e febbraio educatori, mediatori e assistenti sociali esperti nell’ascolto delle vittime vulnerabili aderenti al progetto “Un futuro in Comune, per essere affianco di chi è vittima” dello Sportello Giustizia Riparativa e Ufficio Vittime del Comune di Monza e i partner di progetto “coop Dike” e “A&I” di Milano hanno affiancato operatori dell’Ufficio Denunce della locale Questura nell’accoglienza dei numerosi cittadini che quotidianamente affollano gli uffici di via Montevecchia.

Affiancamento delle vittime di violenza

L’affiancamento, specificano dalla Questura: “rientra nella prima fase di questo ulteriore progetto – per certi versi pionieristico – che prende le mosse dalla necessità, condivisa da Questura e Amministrazione comunale, e Procura della Repubblica, di sperimentare presidi prossimi alle vittime di reato nei luoghi in cui si manifestano più abitualmente i loro bisogni“. Di qui la valutazione, nella fase iniziale, in base alle necessità degli utenti che si rivolgono all’Ufficio Denunce della Questura, di orientarli con colloqui mirati agli sportelli comunali competenti per le singole esigenze e ai servizi di ascolto presenti sul territorio.

In valutazione presidio stabile in Questura

Nella seconda fase, si valuterà l’opportunità di dare vita, presso gli Uffici della Questura brianzola, ad un presidio stabile: “dove – spiegano ancora dalla Questura monzese – parallelamente agli atti di denuncia/querela gestiti esclusivamente dal personale della Polizia di Stato, i funzionari comunali ed i mediatori dei loro partner di progetto accoglieranno le vittime di reato, le informeranno sulla possibile partecipazione ai programmi di giustizia riparativa, fornendo loro prime indicazioni sulle possibilità offerte dal sistema per la consulenza legale ed il sostegno psicologico, in costante raccordo con i referenti istituzionali della “Rete Antiviolenza Artemide”“.