Piccoli girini crescono nel parco di Monza. Due giorni fa il naturalista monzese Matteo Barattieri si è recato nei pressi di Cascina Molini di san Giorgio (nota ai più come la “cascina delle mucche” dell’azienda Colosio) dopo aver ricevuto una segnalazione da alcune amiche: una pozza d’acqua nei pressi della letamaia pullulava di girini di rospo smeraldino. Barattieri si è subito precipitato per mettere in sicurezza la zona.
“La pozza è stata formata dai trattori dell’azienda – spiega – e si è poi riempita d’acqua a seguito delle piogge. Qui i rospi hanno trovato l’habitat per deporre le loro uova. I girini appena nati devono stare tranquilli per almeno tre, quattro settimane prima di diventare adulti ed è necessario che i trattori non passino di lì”.
Ricevuta piena collaborazione da parte del Consorzio Parco e Villa Reale e dall’azienda proprietaria dei trattori Barattieri, aiutato da alcune amiche, tra cui la referente Enpa Marica Carioti, la park angel Laura Mattera, e la fotografa Linda Iungo, pronta ad immortalare gli attimi fuggenti, ha recintato la zona apponendo un cartello a firma del Comitato per il parco di Monza per invitare gli “umani” a rispettare i giovani animali.
“I rospi smeraldini, così chiamati per il loro colore – spiega Barattieri – usano luoghi instabili e, non di rado, effimeri per deporre le loro uova, riconoscibili perchè disposte a nastro. Se non dovesse piovere provvederemo a gettare acqua nella pozza per preservare i girini”.
I rospi smeraldini sono animali notturni. Difficile, se non impossibile, vederli di giorno perché prediligono il fresco. Vivono sulla terra ferma, si nascondono sotto le pietre e scelgono l’acqua per la loro riproduzione.
“Sono comunque animali esploratori – sottolinea Barattieri – e non è raro che escano dal parco. Ho avuto di recente una segnalazione da una signora che ne ha trovato uno nel giardino della sua abitazione in zona san Gerardo. Se qualcuno dovesse fare una scoperta simile lo invito a portare al più presto l’animale nel parco”.
I rospi smeraldini non sono una specie in estinzione. Sempre più rare, invece, le rane. Barattieri, da buon naturalista, è andato più volte a cercarle nel parco nelle ore notturne ma, finora senza successo. “C’è stato un calo generale un po’ ovunque della presenza di rane – conclude – L’ambiente è cambiato, in alcune zone è stato danneggiato, e le rane non si sentono più a loro agio”.