Attentati in Belgio: «Un caffé non previsto, così ha evitato la bomba a Maelbeek»

Andrea Colombo, brugherese che vive a Bruxelles da cinque anni, racconta la giornata degli attentati e la fortuna della fidanzata che lavora alla Commissione europea. E ha evitato la bomba a Maelbeek grazie a un caffé.
La reazione di Bruxelles agli attentati nelle foto di Andrea Colombo
La reazione di Bruxelles agli attentati nelle foto di Andrea Colombo Federica Fenaroli

«Preferisco scriverti, piuttosto che parlarne. Non ho molta voglia di usare il telefono. Le linee, poi, sono intasate». Andrea Colombo scrive, martedì pomeriggio, un messaggio dopo l’altro. Scrive e usa quelle parole che imprime in fretta sullo schermo del suo smartphone per cercare di razionalizzare quanto è successo.
Originario di Brugherio, monzese d’adozione durante gli anni del liceo scientifico Frisi, Andrea, classe 1987, vive a Bruxelles da cinque anni. È studente di dottorato in Public Economics all’università.

«Stamattina – racconta – sono uscito in bicicletta e sono tornato a casa non appena ho saputo. C’era tanta coda sul boulevard principale, avenue Luise, che porta fuori dalla città. La mia ragazza lavora in Commissione europea e come tutti quelli che lavorano per le grandi istituzioni Maelbeek è la fermata obbligata della metro. Fortunatamente stamattina doveva vedersi con una sua collega per un caffè poco lontano e non ha preso il solito treno».


La sua analisi è lucida, razionale: «La regione di Bruxelles e certi suoi comuni sono stati molto negligenti negli anni. Sono sempre stati molto accoglienti ma si sono dimenticanti, anche per motivi politici, che accoglienza senza integrazione non è una soluzione – spiega – Questi comuni nei comuni sono diventati nidi di persone sensibili a messaggi estremisti, sono diventati i quartier generali d’eccellenza per organizzare gli attentati di Parigi».
Dopo novembre la situazione in Belgio era molto tesa: «Ma era stata gestita talmente male dal governo che oramai la gente non ci credeva quasi più. Il livello di allerta è stato di 4/4 fino al martedì successivo agli attentati. Scuole chiuse, università chiuse, uffici chiusi. Poi il mercoledì hanno riaperto tutto, ma con il livello sempre a 4/4: non sembrava avesse molto senso».

Secondo Colombo «Bruxelles e il Belgio dovrebbero risolvere la frammentazione amministrativa che ha permesso questi gruppi di annidarsi in certe zone grigie – prosegue – La mancanza di coordinazione della polizia è terribile. Abbiamo bisogno di più Europa e di più politica per contrastare le radici dell’estremismo, e cioè la povertà e l’emarginazione».

Nel pomeriggio Andrea va fino alla Bourse. Vede persone che depongono fiori e candele, che scrivono sull’asfalto. «Il modo di affrontare queste cose “alla belga”, comunque, è sempre parecchio surrealista e divertente. La battuta che circola di più è “Pis & Love”, con riferimento al Manneken Pis», la piccola statua simbolo dell’indipendenza di spirito degli abitanti di Bruxelles.