Sono stati inviati nelle scorse settimane 15.000 accertamenti da parte di Ats per “dichiarazioni mendaci riguardo a esenzioni del ticket”, cioè richieste di esenzione considerate non veritiere.
Le sanzioni coinvolgono utenti delle province di Monza Brianza e Lecco. Dei 15.000 verbali inviati circa 11.000 riguardano esenzioni richieste per disoccupazione, ma relative al periodo 2016 – 2017: scadono infatti ora, a inizio del 2022, i termini di prescrizione di cinque anni previsti dalla legge.
Dai controlli effettuati incrociando i dati dell’Ats e quelli dell’Agenzia delle entrate è emerso che circa una decina nella sola città di Monza hanno ricevuto l’accertamento per aver richiesto esenzioni per prestazioni sanitarie, esami o l’acquisto di farmaci, pur non avendone diritto, secondo gli enti pubblici. Della questione si sono occupati i sindacati che lo scorso martedì hanno incontrato i referenti di Ats in una riunione a cui hanno aderito Cigil, Cisl e Uil.
«Non si tratta di malafede – spiega Anna Fumagalli, referente welfare della Fnp Cisl Monza Brianza Lecco – I controlli effettuati prendono in considerazione tutto l’anno solare, ma potrebbe capitare che nei dodici mesi siano stati svolti lavori saltuari o precari. Si è dunque richiesta giustamente la disoccupazione, ma magari nello stesso anno chi ha fatto richiesta di esenzione ha lavorato qualche giorno o frequentato stage e quindi risulta comunque aver percepito un reddito».
È possibile contestare la multa ricevuta presentando una memoria difensiva. «In queste settimane circa 230 utenti in tutta la provincia di Monza e Brianza si sono rivolti agli sportelli del patronato proprio per chiedere assistenza per la compilazione di questi moduli», continua Fumagalli.
La sanzione deve essere pagata in un’unica soluzione, ed è pari all’importo del ticket, mentre il resto della cifra può essere rateizzato. Dei 230 brianzoli che hanno richiesto il supporto dei sindacati più della metà ha presentato la propria memoria difensiva con la documentazione richiesta, e per loro si procederà con ogni probabilità all’archiviazione della pratica.
«Il problema resta complesso – aggiunge Anna Fumagalli – Manca una chiarezza della norma per quanto riguarda i codici di esenzione, dove spesso la normativa regionale si sovrappone con quella nazionale. Inoltre sul sito della Regione da tempo manca il link relativo alle domande più frequenti , dove si trovavano prima alcune risposte in merito alla questione esenzioni. Gli utenti si devono rivolgere agli sportelli di scelta e revoca di Asst dove non sempre però trovano le risposte che cercano».
Un’altra urgenza sollevata dai sindacati riguarda la possibilità di concedere ai cittadini un “ravvedimento operoso”, la pratica per regolarizzare la propria posizione in merito alle esenzioni a cui si ha effettivamente diritto, per evitare di incappare negli anni futuri in altre sanzioni. «La questione sarebbe dovuta essere presa in esame dal consiglio regionale la scorsa estate ma poi non è più stata discussa – conclude Fumagalli -. Quello che chiediamo ad Ats e a Regione è una maggiore chiarezza per evitare che i cittadini, in buona fede, possano vantare esenzioni a cui non hanno effettivamente diritto».