L’azienda Asfalti Brianza, al centro di polemiche da anni per le denunce di miasmi da parte di residenti in diverse zone limitrofe, ricorre al Tar della Lombardia per poter riprendere almeno parzialmente la sua attività produttiva di bitume. La società concorezzese è chiusa da settembre 2020, da quando cioè la Provincia di Monza e Brianza ha sospeso l’autorizzazione unica ambientale in accordo con il Comune di Concorezzo.
Inoltre l’impresa è posta sotto sequestro dalla Procura di Monza per irregolarità nello smaltimento dei rifiuti da più di un anno e, prima che fosse sospesa l’Aua, Asfalti Brianza poteva lavorare circa 6 ore al giorno in orario notturno.
Ora la ditta sita sulla sp Milano-Imbersago ha deciso di adire le vie legali contro la Provincia e il Comune affinché il tribunale amministrativo possa annullare tutte le limitazioni imposte dai due enti istituzionali e in particolare ripristinare l’autorizzazione unica ambientale che permetterebbe la produzione di bitume.
Nel frattempo l’amministrazione Capitanio ha deciso di resistere in giudizio. Questo è solo l’ultimo capitolo di una vicenda che va avanti dal 2014.