Nascerà nel Sebino e in Valcamonica la prima “Hydrogen Valley” italiana. I punti principali del progetto, denominato H2iseO, sono: l’acquisto di nuovi treni alimentati a idrogeno, che serviranno dal 2023 la linea non elettrificata – gestita da Ferrovienord (società al 100% di FNM) – Brescia-Iseo-Edolo, in sostituzione degli attuali a motore diesel; la realizzazione di centrali per la produzione di idrogeno, destinato inizialmente ai nuovi convogli ad energia pulita. I dettagli del progetto sono stati spiegati giovedì 26 mattina durante una conferenza stampa. «Fnm e Trenord avviano un progetto che consentirà di viaggiare a zero impatto ambientale.Si chiama H2iseO e mira alla creazione di un viaggio a zero impatto ambientale, attraverso la decarbonizzazione del trasporto e lo sviluppo di una filiera territoriale dell’idrogeno. E’ una iniziativa in grado di creare un alto valore aggiunto in termini ambientali, economici e sociali». Di sicuro ci sarà un risparmio economico visto che, cambiando il treno, non si dovrà procedere all’elettrificazione della tratta e quindi zero costi per quanto riguarda la realizzazione (e manutenzione) delle opere infrastrutturali necessarie allo scopo.
La sperimentazione avverrà in Valcamonica, lungo la Brescia-Iseo-Edolo, ora percorsa da 14 treni diesel che saranno completamente sostituiti da quelli a idrogeno. Il consiglio di amministrazione di Fnm ha infatti deliberato l’acquisto di 6 elettrotreni alimentati a idrogeno, con l’opzione per la fornitura di altri 8: saranno sostanzialmente basati sulla piattaforma Coradia Stream di Alstom, conosciuti in Lombardia come “Donizetti”. L’investimento è stato preliminarmente stimato in oltre 160 milioni. I primi di questi convogli saranno consegnati entro il 2023 e saranno affidati, tramite locazione, a Trenord. I vecchi convogli diesel che saranno inizialmente sostituiti sono in servizio dai primi anni ’90 (tipologia: Aln 668).
Il progetto
«In Europa Alstom ha già dato prova dell’affidabilità dei suoi sistemi di trazione a emissioni 0. In Germania il treno iLint – ha spiegato Michele Viale, direttore generale di Alstom Italia -, il primo treno a idrogeno al mondo, da settembre 2018 ha percorso 250.000 km in servizio passeggeri su una tratta in Bassa Sassonia».
Sarà una sorta di “circuito chiuso” quello operativo in Valcamonica visto che lungo la linea saranno dislocato gli impianti di produzione dell’idrogeno necessari per attivare il servizio ferroviario. Il primo impianto di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno sarà realizzato da Fnm a Iseo tra il 2021 e il 2023 e avrà una capacità di produzione pari a 800 kg di idrogeno al giorno (per muovere l’intera flotta ne serviranno almeno 2mila al giorno: ecco perché si parla di più impianti di produzione e stoccaggio) ed entro quella data saranno in circolazione i primi 6 treni a idrogeno. Sorgerà nell’area del Deposito di Trenord dove attualmente viene effettuato il rifornimento dei treni diesel, nonché l’attività manutentiva dei convogli.« Il piano di fattibilità, in corso di ultimazione – si legge nella presentazione del piano – , prevede il ricorso iniziale alla tecnologia Steam Methane Reforming (SMR), da metano/biometano, con cattura e stoccaggio della CO2 prodotta, per la produzione di “idrogeno blu”. Entro il 2025 saranno inoltre realizzati uno o due ulteriori impianti di produzione e distribuzione di idrogeno da elettrolisi (cosiddetto idrogeno verde) lungo il tracciato della ferrovia, in partnership con operatori energetici di primario standing con cui Fnm sta definendo un’intesa». Sui 14 treni che percorrono la tratta, circolano ogni anno una cinquantina di milioni di passeggeri.
L’estensione della rete
«Prevediamo – ha spiegato poi l’amministratore delegato di Trenord, Marco Piuri – , sempre entro il 2025, di estendere la soluzione idrogeno al trasporto pubblico locale, a partire dai circa 40 autobusi gestiti in Valcamonica da FnmAutoservizi (società al 100% di FNM), con la possibilità di aprire all’utilizzo da parte della logistica merci e/o privata». «Dei circa 400 convogli che Trenord gestisce, una novantina sono diesel – ha spiegato ancora Piuri -. Oltre al progetto del treno a idrogeno, stiamo portando avanti anche quello del treno elettrico a batteria con pantografo, che permette di avere un’autonomia di una sessantina di km al massimo. Penso che questo tipo di treno possa essere utilizzato sulle tratte non totalmente elettrificate: in assenza di elettrificazione, il treno si muoverà grazie alla batteria. Quando ci saranno tratti elettrificati, basterà alzare il pantografo: così il treno procede normalmente e si ricarica pure». Soluzioni che non troveranno sbocco, almeno per il momento, in Brianza: una candidata ideale per questo tipo di soluzioni sarebbe la S7 “Besanino” ma Piuri ha fatto subito chiarezza: «C’è un discorso di Rfi che porterà all’elettrificazione della tratta, bisognerà seguire quel progetto».
«Verso il futuro»
«I treni a idrogeno proiettano Trenord nel cuore del futuro – ha concluso Piuri -.Quello che sta avvenendo in Lombardia non ha precedenti nella storia della ferrovia: i 176 treni nuovi acquistati da Regione e Ferrovie Nord stanno progressivamente entrando in servizio; ora i treni a idrogeno spingono l’innovazione ancora oltre, fino a questo progetto di decarbonizzazione del trasporto. Ci sentiamo parte di un grande piano di sviluppo, sostenuti da Regione Lombardia e in sintonia con gli indirizzi del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero dello sviluppo Economico, che si prepara a varare la “National hydrogen strategy preliminary guidance”.
Un progetto che ha ricevuto anche il plauso del governatore Attilio Fontana: «Da queste iniziative si parte per programmare la Lombardia post Covid, quella del 2050, che guarda al futuro partendo da principi di innovazione e ricerca».