Sull’orario ridotto alle scuole dell’Infanzia, dirigenza scolastica e Comune di Arcore non trovano la soluzione: manca il personale per tornare all’orario completo e, per il post-scuola, nessuno è disposto a pagare sanificazione e vigilanza. Il nastro orario di attività resta dunque fermo alle 14.30 contro le 16 degli anni scorsi.
Lo ha chiarito la dirigente scolastica Marta Chioffi durante il consiglio d’istituto di lunedì. Chioffi ha spiegato che l’ipotesi di riportare l’orario alle 16 non è attuabile perché a scuola manca il personale, non si trovano maestre da assumere e, con le malattie, si è arrivati a un soffio dal chiudere la scuola.
«Per ridurre i contatti tra bambini nell’ottica di una maggiore sicurezza si sono aumentate le ore di compresenza delle maestre nelle classi e questo ci impedisce di garantire l’orario consueto. Il taglio è di un’ora e mezza».
Più volte i genitori hanno lamentato l’impatto pesante di una scelta simile su tante famiglie i cui genitori lavorano entrambi, in un periodo in cui i nonni andrebbero preservati.
«Non escludo che, con nuovo organico, in futuro si possa tornare all’orario normale – ha dichiarato la preside a il Cittadino qualche giorno fa – ma la verità è che non abbiamo neanche completato l’organico di base. E le due unità Covid che ci sono state assegnate sono per ora solo sulla carta. Finchè non arrivano fisicamente le insegnanti che devono ricoprire questi ruoli, non possiamo prendere impegni. Le malattie per Covid e le quarantene determinano assenze lunghe nel personale e hanno già rischiato di metterci in crisi. In alcuni momenti ci siamo trovati con tre classi dell’infanzia e 1-2 insegnanti».
Il timore è che ormai tutti gli insegnanti disponibili nelle liste siano sistemati e che i “buchi” restino scoperti.
Da scartare per ora anche l’ipotesi di un post-scuola organizzato dal Comune con costi aggiuntivi (e verosimilmente gonfiati dai nuovi standard anti-covid).
Le famiglie credevano che l’attivazione fosse in dirittura d’arrivo, ma la preside ha informato: «Non posso concedere gli spazi se non a determinate condizioni di sicurezza che deve garantire il Comune perché il servizio non è scolastico. Il Comune non le garantisce». Si tratterebbe di sanificazione quotidiana degli spazi, chiusura della scuola a fine servizio e vigilanza.