Alessio Tavecchio parla di educazione stradale agli studenti di Verano Brianza

L'incontro ha avuto come tema la consapevolezza, fondamentale per evitare incidenti quando si è sulla strada. Il relatore ha raccontato la sua esperienza
Alessio Tavecchio durante l’incontro a scuola

Consapevolezza. Giovedì 17 novembre le classi terze della scuola secondaria di primo grado “Nelson Mandela” di Verano Brianza hanno incontrato, per una lezione di educazione stradale, Alessio Tavecchio che dall’età di 23 anni, in seguito a un incidente motociclistico, convive con una lesione al midollo spinale e per spostarsi usa una sedia a rotelle.

Fondazione Tavecchio: l’importanza della consapevolezza

«State crescendo e tra poco sarete pronti per guidare un mezzo a motore -ha esordito Tavecchio-. Bisogna però essere in grado di gestire questo mezzo». L’incontro formativo di “Progetto Vita” della Fondazione Tavecchio è un percorso interattivo di riflessione che induce i ragazzi al rispetto del codice della strada con atteggiamento attivo e con impegno personale e civile. «Quando ho iniziato a guidare mi sono sentito grande -ha aggiunto Alessio Tavecchio-. Ma guidare implica anche delle responsabilità, per strada avrete bisogno di consapevolezza. Vita e salute sono valori importanti ed è soprattutto sulla strada che i giovani rischiano di perderli». Nel 2021 in Italia, secondo quanto riportato dai dati Istat, sono morte per incidenti stradali 2.875 persone, i feriti sono stati 204.728 (il 28,6 per cento in più rispetto all’anno precedente).

Fondazione Tavecchio: una storia da raccontare

«La strada è un luogo pericoloso, vivere la strada senza essere informati è come andare in guerra in maglietta e pantaloncini -ha continuato Tavecchio-. Voglio raccontarvi la mia storia perché tanti incidenti si possono evitare avendo consapevolezza». Lo scorso anno gli incidenti sulle strade italiane sono stati 151.875: 695 le vittime tra i motociclisti, 67 quelle tra i ciclomotoristi. «Il mio incidente è successo nella strada di ingresso al parcheggio del parco di Monza -ha raccontato Tavecchio-. Ero in moto, andavo piano. Ero quasi arrivato a destinazione. Nessuno mi ha visto cadere. Sulla strada c’era una buca non segnalata. Non ricordo cosa è successo. Forse non ho visto la buca perché mi sono distratto un secondo per togliere il guanto e alzare la visiera del casco integrale. Un secondo. Un secondo da fermo non vale niente. Per strada? È un altro mondo. In strada tutto si muove».

Fondazione Tavecchio: la distrazione da combattere

La distrazione è stimata essere la prima causa di incidenti in Italia. «Con lo smartphone abbiamo un mondo nella mano -ha concluso Tavecchio-. Ma il telefono è responsabile della maggior parte degli incidenti, dei feriti e dei morti sulle strade». L’incontro era organizzato dall’istituto comprensivo in collaborazione col Comune. «Crediamo molto in questa iniziativa e crediamo molto nei nostri ragazzi e nella possibilità di renderli utenti consapevoli della strada» ha commentato il sindaco Samuele Consonni.