«Mio marito sta bene, per fortuna. È stato lui a telefonarmi dall’ospedale appena si era risvegliato, per rassicurarmi che tutto era a posto». Inizia così il racconto commosso di Maria Miranda, la moglie di Alfonso Giocondo, uno dei due dipendenti rimasti intossicati nell’incidente sul lavoro alla ditta Lamina Spa che ha provocato la morte di quattro persone, tra cui i fratelli Barbieri di Muggiò e Marco Santamaria di Burago Molgora. Dal 2007 risiedono con i due figli ad Albiate e a casa mercoledì è ritornato il capo famiglia dopo essere stato dimesso dall’ospedale Santa Rita di Milano. Giocondo lavora nell’azienda di Milano dal 2001 e per lui la Lamina Spa è come una famiglia.
«Quando è accaduta la disgrazia – racconta la moglie – mio marito non lavorava nel forno interrato, si trovava in un reparto vicino. Ha visto un collega che scappava gridando aiuto e si è recato nel luogo dell’incidente. Ha sceso solo pochi scalini per vedere cosa era successo e mi ha detto che ha trattenuto il respiro, temeva vi fosse dispersione di fumi. Mi ha detto di aver visto i suoi colleghi a terra. Poi, però, si è sentito male ed è svenuto, altri colleghi lo hanno trascinato via e lo hanno soccorso, trasportandolo in ospedale». Le sue condizioni sono andate via via migliorando.
E la moglie, commossa, spiega un particolare. «Mio marito mi ha detto che è stato salvato dalla voce di suo padre Salvatore, deceduto quattro anni fa: mi ha detto di averlo sentito dire “esci da lì” e lui per questo non si era spinto più in profondità nel forno interrato. Adesso è sconvolto: conosceva bene i colleghi che sono morti».