Il più alto dato di positivi di sempre a Monza e Brianza si è registrato martedì: 1.362 casi in un solo giorno. Una crescita esponenziale, rapidissima, che ha portato nelle ultime quattro settimane a passare da 90 casi (che già avevano fatto scattare l’allarme) a una cifra quindici volte superiore. Con la crescita dei positivi che pongono Monza e la Brianza al secondo posto in Lombardia dopo Milano e il milanese, di pari passo continuano ad aumentare i ricoveri al San Gerardo: «I numeri sono in costante crescita. Siamo a 230 pazienti ricoverati – confermava il direttore generale Mario Alparone martedì in giornata- di cui 22 in terapia intensiva e 35 a Desio». Un bollettino che dice che ci sono almeno un centinaio di posti letto in più occupati nell’ospedale monzese e il raddoppio dei casi da terapia intensiva in sette giorni.
Cresce anche la pressione sul pronto soccorso: «Abbiamo una media di 25-30 ricoveri al giorno provenienti dal pronto soccorso – conferma il direttore generale – Li gestiamo grazie al gioco di squadra creato sul territorio tra la nostra struttura che è stata scelta da Regione Lombardia come hub per il Covid e gli ospedali non hub del territorio». In questi giorni, ad esempio, sono 90 i pazienti seguiti a Vimercate, una ventina di acuti non gravissimi sono in cura al Policlinico di Monza.
Per dare respiro alla terapia intensiva monzese che ha a disposizione 33 posti letto e ne ha già 22 occupati, saranno attivati già oggi i primi dei 16 posti letto di terapia intensiva dell’ospedale in Fiera a Milano gestiti direttamente dalla Asst Monza. «Partiamo con i primi posti attivati grazie alle nostre forze e a personale interno – prosegue Alparone – poi interverranno la Asst di Vimercate e alcune strutture accreditate milanesi che compongono la rete».
Dal database della direzione generale dal 1 luglio a oggi appare che l’età media dei ricoverati si attesta a 58 anni, i pazienti in terapia intensiva hanno in media 65 anni anche se si sono visti diversi pazienti di 50 e 55 anni, mentre in rianimazione sub intensiva l’età media è di 59 anni.
Prosegue anche la riconversione dei reparti: del San Gerardo. Oltre alle malattie infettive e alla pneumologia tutti dedicati ai malati Covid sono stati riconvertiti cinque reparti tra cui geriatria, due medicine e due chirurgie.
Una situazione già vissuta dal mese di marzo che ha fatto scattare l’allarme tra gli infermieri del Nursind che in un comunicato affermano di «non voler finire nuovamente nel tritacarne». «In questi giorni – si legge nel comunicato – le Asst brianzole sono nel caos generale con la chiusura dei reparti, la creazione di reparti Covid, il trasferimento improvviso del personale da un servizio all’altro, il cambio turni. Gli infermieri sono a rischio burn-out, non siamo carne da macello» ha scritto il sindacato.
Accuse rispedite al mittente da parte del direttore generale: «Comprendo la situazione di sofferenza – dice – dopo la prima ondata c’è stato del lavoro straordinario per riprendere l’attività ordinaria ed ora ci troviamo ad affrontare una seconda ondata. Capisco la sofferenza di chi vede di nuovo smontare il proprio reparto, ma non c’è nessun caos. Abbiamo stock di dispositivi di protezione, le misure di contenimento hanno dimostrato di funzionare, la riorganizzazione dell’ospedale segue un piano preciso».