Vorrebbe traslocare, ma non se lo può permettere. E così non le resta che sopportare, con fatica, giorno dopo giorno, una situazione che da troppi mesi è diventata intollerabile. Una situazione che non sembra volersi risolvere, nonostante gli interventi delle forze dell’ordine, le denunce e le lettere dell’avvocato.
È per questo che la signora ha deciso di raccontare la sua storia al Cittadino, con la speranza di smuovere qualcosa. Di attirare l’attenzione sul suo caso, perché minacce, insulti e paura stanno rendendo invivibili le sue giornate.
«Sei una p… Una morta di fame. Te ne devi andare da qui». Il suo incubo inizia sei mesi fa quando un nuovo vicino acquista l’appartamento al primo piano di un piccolo complesso residenziale di via Buonarroti. Una villetta indipendente con un piccolo giardino, abitata al piano terra dalla donna e dall’anziana madre con problemi di salute e al primo piano, a partire dal mese di ottobre 2016, da un uomo di nazionalità bengalese.
«Mia madre abita in quell’appartamento dal 1969 – ha spiegato – e da qualche tempo vivo anch’io con lei. Negli anni si sono susseguiti tanti vicini e non abbiamo mai avuto problemi con nessuno. Ora, però, non sappiamo più cosa fare. Abbiamo paura». Perché, secondo quanto racconta la donna, la situazione è presto degenerata. «Stanno rendendo la nostra vita un incubo. Parlo al plurale perché, nell’appartamento, assieme all’uomo, l’unico effettivamente residente lì, si sono trasferite anche numerose altre persone. Ci sono difficoltà di convivenza – ha proseguito – legate alla mancanza di cura, di rispetto e manutenzione delle parti comuni. Ma questo è il meno, ormai ci abbiamo fatto l’abitudine».
L’aspetto peggiore è legato alle minacce, agli insulti e alle parole di scherno a cui viene quotidianamente sottoposta: «Stanno facendo di tutto per farci odiare casa nostra», ha spiegato.
Nei giorni scorsi l’ultimo dei numerosi episodi, al termine del quale, verso mezzanotte, la donna ha deciso di scrivere un’e-mail al giornale: «La mia situazione è più disperata che mai – queste le sue parole – Prima c’è stata l’ennesima cruenta discussione, all’aperto in giardino. I risvolti sono stati proprio brutti: sono stata costretta ancora una volta chiamare le forze dell’ordine, che sono intervenute quasi subito, ma con scarsa incisività. Ho ottenuto solo un’altra notte in bianco, oltre ad una notevole dose di paura, poiché le minacce gli insulti e le frasi intimidatorie sono state più pesanti del solito. Non so più cosa fare».