Addio all’artista Ernesto Galimberti, creò la porta per Lea Garofalo nel cimitero di San Fruttuoso

San Fruttuoso ha detto addio all'artista Ernesto Galimberti. Docente per decenni alla Scuola Borsa di Monza. Suo il monumento per Lea Garofalo.
Ernesto Galimberti Viaggio di Ulisse
Ernesto Galimberti Viaggio di Ulisse

Se ne è andato a 83 anni Ernesto Galimberti. Artista, docente per decenni alla Scuola Borsa di Monza, curioso in continua ricerca di un modo per raccontare le inquietudini e l’essenza di una vita che ha sempre vissuto attraverso l’arte.

Galimberti ha abitato e creato tutta la vita nel quartiere di San Fruttuoso e, nella mattina del 15 luglio, il suo rione gli ha reso omaggio durante la cerimonia funebre che si è svolta nella chiesa parrocchiale. Tanti ex alunni, amici e compagni di chiacchierate e uscite, artisti hanno voluto esserci per dare l’ultimo saluto a Galimba.

Addio all’artista Ernesto Galimberti: «Andava oltre la tecnica»

«È stato il mio maestro più grande ai tempi della Scuola Borsa – racconta Claudio Elli, che ha curato la sua ultima mostra dedicata al “Viaggio di Ulisse”, allestita a Villa Cusani a Carate – I suoi studi di psicologia visiva hanno illuminato i miei percorsi di ricerca artistica».

Per Galimberti quella per l’arte è stata più un’urgenza che una passione. Operaio alla Omre di Monza, appena ha potuto è andato in pensione per dedicarsi interamente alla sua ricerca. Prima studente e poi docente alla Borsa, dove ha iniziato insegnando composizione ai corsi per vetrinisti. Poi teoria della scultura e della pittura.

«Aveva la straordinaria capacità di andare oltre la tecnica – ricorda Franco Sartori, oggi scultore, anche lui ex allievo alla Borsa – Nei calchi tridimensionali vedeva già l’opera finita».

Addio all’artista Ernesto Galimberti: «Non ha mai voluto adeguarsi»

Irriverente e precursore non seguì mai la moda e non strizzò l’occhi per accondiscendere agli umori del tempo. E così negli anni Settanta propose la serie dei “Generali ambigui”, dove vestiva uomini con abiti femminili. Poi il periodo veneziano, con la contemplazione della caducità della bellezza dell’uomo, fino all’ultimo periodo caratterizzato dall’astrattismo di impegno civile.

«Monza non gli ha mai reso il giusto onore – precisa Giuseppe D’Addario, pittore e autore teatrale, che ospitò diverse sue personali – ed è un peccato, ma lui stesso non ha mai voluto vendersi o adeguarsi alle logiche del mercato».

Addio all’artista Ernesto Galimberti: un’antologica a San Fruttuoso, appello per uno spazio permanente

Dopo l’estate l’associazione culturale San Fruttuoso, che ha accolto le opere degli allievi di Galimberti, ospiterà una sua antologica, in ricordo della sua carriera lunga 65 anni. Ma non solo. «Sarebbe importante che a San Fruttuoso si individuasse un luogo dove poter esporre in maniera permanente alcune sue opere», ha aggiunto Maria Grazia Artesani, ex allieva alla Borsa e membro della consulta di San Fruttuoso.

Sua è la porta collocata nel 2013 nel cimitero di San Fruttuoso, a ricordo di Lea Garofalo. «Diceva che tutti dobbiamo morire, ma nessuno ci crede veramente. Lui ha scelto l’arte e la solitudine per raccogliere l’essenza autentica della vita, attraverso una ricerca durata tutta la vita», racconta Umberto Pessina, musicista, ex presidente dell’associazione San Fruttuoso.