Il monumento per Lea Garofalo inaugurato a San Fruttuoso

Il sindaco Scanagatti e l’avvocato di Libera, Enza Rando, hanno inaugurato la scultura dedicata alla giovane donna uccisa dalla ’ndrangheta e ritrovata vicino al cimitero di San Fruttuoso. L’Ambrogino d’Oro alla figlia Denise che vive sotto protezione.
L’inaugurazione del monumento dedicato a Lea Garofalo
L’inaugurazione del monumento dedicato a Lea Garofalo Fabrizio Radaelli

In cento si sono ritrovati al cimitero di San Fruttuoso a Monza per partecipare alla cerimonia di inaugurazione del monumento in memoria di Lea Garofalo, la collaboratrice di giustizia di 35 anni uccisa dalla ’ndrangheta e ritrovata a distanza di tempo nelle vicinanze del camposanto. Una data non casuale per inaugurare «La porta del dolore», opera dello scultore Ernesto Galimberti commissionata dall’associazione culturale San Fruttuoso in collaborazione con Libera e l’Osservatorio sulle mafie in Brianza «Peppino Impastato».Il 24 novembre 2009 la donna è stata prima fatta rapire e poi uccidere dall’ex compagno Carlo Cosco, il padre di Denise: proprio la testimonianza resa dalla ragazza ha portato i magistrati a individuare i responsabili dell’atroce delitto. Quattro gli ergastoli per la morte di Lea Garofalo, i cui poveri resti sono stati ritrovati nel novembre 2012, non lontano da dove domenica 24 novembre 2013 il monumento è stato inaugurato dal sindaco Roberto Scanagatti e dal responsabile dell’ufficio legale di Libera, Enza Rando. Non c’era la figlia Denise, prossima ai 23 anni, così come non era presente ai funerali della mamma avvenuti solo qualche tempo fa. Molto probabilmente non ci sarà neppure il 7 dicembre 2013 a Palazzo Marino di Milano, quando l’amministrazione comunale le assegnerà l’attestato dell’Ambrogino d’Oro. Il mondo politico si è ritrovato tutto d’accordo nel premiare il gesto coraggioso di una ragazza che ha avuto il coraggio di portare avanti la lotta della mamma alla ’ndrangheta, e che da allora vive sotto protezione.