Il coronavirus si è portato via anche il nonno dei medesi. Il Covid-19, il 27 novembre scorso ha strappato ai suoi cari Riccardo Proserpio. Aveva 106 anni e li aveva festeggiati con due torte nel mese di aprile alla casa di riposo “Groane” del Villaggio Snia a Cesano Maderno di cui “ul regin de i regit”, come era chiamato, era ospite. Il virus a primavera l’aveva risparmiato, era entrato nella Rsa il 5 marzo.
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«Mio papà ha contratto il Covid-19 due settimane prima di morire – racconta il figlio Gianpaolo –. All’inizio non era grave, poi sabato 21 novembre ha sviluppato i primi sintomi: un po’ di febbre ed era allettato. Sono iniziate le cure, pian piano la situazione purtroppo è peggiorata e venerdì 27 novembre nel pomeriggio è morto». I funerali sono stati celebrati martedì mattina nella chiesa del San Giacomo a Meda.
«C’erano tante persone, ma sempre nel rispetto delle normative Covid-19, altrettanti se non di più mi hanno chiamato: si sono scusati per la loro assenza, ma non si può uscire dal proprio comune per partecipare a un funerale».
Ma chi era Riccardo Proserpio? Una persona che con la sua vita ha scritto capitoli importanti della storia medese sotto diversi punti di vista. Diventato infermiere dopo la guerra, lavorava all’ospedale “Fatebenefratelli”, ha proseguito nello stesso ruolo alla “Montecatini” di Milano-Bovisa, è stato autista e barelliere per l’Avis di Meda e ha garantito il medesimo servizio come massaggiatore-infermiere volontario per 20 anni al “Calcio Meda”.
Nato il 26 aprile del 1914 nella curt del Brengugnun, in centro in zona chiesa, figlio unico, Riccardo Proserpio ha sempre aiutato la famiglia: in estate come contadino e il resto dell’anno come falegname, mestiere imparato dal padre e dagli zii. Dopo aver vissuto la grande crisi del 1929, è diventato infermiere e per una breve parentesi è tornato falegname col padre. Nel 1950 si è sposato con Angelina, morta nel 2011 a 96 anni, e dal loro matrimonio è nato Gianpaolo, che oggi ha 68 anni. Proserpio è stata una persona attiva ed autonoma sino in età avanzata.
La mitica Fiat Uno l’ha guidata fino a 94 anni, la bicicletta l’ha abbandonata soltanto a 98 anni compiuti. Nel 2013 Riccardo è stato tra gli ospiti d’onore del centesimo anniversario della società “Meda Calcio”. Oltre all’adorato figlio Gianpaolo lascia il nipote Pietro e bisnipoti Alessandro e Giulia.