Tra il 1993 e il 1997, con la giunta retta dall’allora sindaco leghista Aldo Moltifiori, aveva lavorato al piano regolatore di Monza, Leonardo Benevolo, architetto e urbanista morto giovedì a 93 anni nella sua casa di Cellatica (Brescia). Autore nel 1960 del manuale «Storia dell’architettura moderna», con i suoi insegnamenti si sono formate generazioni di architetti. Era nato a Orta San Giulio (Novara) il 25 settembre 1923; laureato in architettura a Roma ha insegnato Storia dell’architettura nella capitale, a Firenze, Venezia e Palermo.
Oltre alla attività accademica, Benevolo ha disegnato e realizzato numerosi documenti urbanistici un po’ in tutta la Penisola (Ascoli Piceno, il centro storico di Bologna, Monza appunto) e del quartiere San Polo di Brescia, ideato a partire dal 1973 e la cui realizzazione è proseguita fino al 1990.
È stato anche componente della commissione incaricata del piano di ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963. E, dal 1981 al 1983, dal Comune di Urbino, di redigere una variante al Piano Regolatore, con la progettazione e la realizzazione del quartiere La Piantata. Durante gli anni Ottanta aveva anche animato il dibattito, accademico e non, sulla utilità storica, culturale e sociale dell’abbattimento del Vittoriano, l’Altare della Patria di Roma.
A Monza, con l’allora assessore all’urbanistica Maurizio Antonietti, anche lui architetto, lavorò a un piano regolatore molto avveniristico per i tempi, con l’introduzione, per dire, del “Parco di cintura urbana”. Un documento che incontrò tuttavia resistenze da parte dei costruttori dell’epoca, tanto da essere poi rivisto fino alla adozione sul finire del mandato dell’allora sindaco leghista Marco Mariani.