«Leggete il messaggio per capire il senso di questo presepe. Basta polemiche», dicono i volontari della parrocchia Sant’Eustorgio ad Arcore. Il messaggio è chiaro nella Natività allestita in chiesa: la Sacra famiglia è a bordo di un barcone e sullo sfondo c’è una città di notte, con luci accese all’interno, ma finestre chiuse. Nessuno per strada.
Il messaggio scritto a lato invita a una assunzione di responsabilità: il Presepe siamo noi e non quelli finti dentro le nostre case. L’opera, dal punto di vista creativo, è splendida, nel suo blu quasi totale; ma qualche polemica non è mancata. Quanto meno sui social.
La si potrebbe sintetizzare con il confronto tra le battute del leghista Enrico Perego e quelle di Roberto Sala, militante nei Verdi, in Sel e nella civica ImmaginArcore. Poi seguite a ruota da posizioni più o meno civili espresse da qualche cittadino. In realtà la scelta di attualizzare la Natività non è così eccentrica. Lo scorso anno, a Villasanta Gesù è nato tra le macerie di Aleppo: case diroccate, una chiesa sventrata con una croce sopravvissuta ai bombardamenti e, tra la polvere, il cartello con il nome della città scritto in arabo.