Accusata di aver ucciso il marito, lascia il carcere di Monza e torna nella villetta del delitto

Melina Aita, pensionata, dopo un anno di detenzione nella casa circondariale di Monza, accusata dell’omicidio volontario del marito, è tornata a Somma Lombardo - nella villetta del delitto - dove ha soltanto l’obbligo di firma
I carabinieri a Somma Lombardo davanti alla villetta dove è avvenuto il delitto
I carabinieri a Somma Lombardo davanti alla villetta dove è avvenuto il delitto -

Ha lasciato il carcere di Monza dopo un anno di detenzione tramutato in un obbligo di firma. Lei si professa innocente ma resta indagata per l’omicidio volontario del marito. Il caso resta ancora aperto.

Il 12 aprile 2014 – secondo gli investigatori – Melina Aita, pensionata avrebbe ucciso il marito Antonino Faraci colpendolo alla testa con un soprammobile dopo alcuni fendenti con un coltello. Era stata arrestata il 19 aprile e lo stesso giorno condotta nella casa circondariale monzese.

Torna dunque a casa, una villetta di Somma Lombardo, Varese, vicino all’aeroporto di Malpensa, teatro del brutale omicidio. Il gip del tribunale di Busto Arsizio Luca Labianca, ha disposto per lei l’obbligo di firma presso la caserma dei carabinieri dopo che ha respinto la richiesta della pm Rosaria Stagnaro, che aveva proposto una proroga della misura cautelare.

Durante la detenzione è proseguita da parte degli investigatori la ricerca di due uomini, tunisini, che – sempre secondo le indagini – l’avrebbero aiutata a uccidere il marito, e ad oggi ancora latitanti.