Tolleranza zero contro gli abusi edilizi. Le ruspe del Comune hanno cominciato a mettersi in moto contro le strutture non autorizzate. Dopo la rimozione di un’insegna abusiva di un’attività commerciale – molto evidente passando da viale Lombardia – questa settimana il Comune ha indotto un privato ad abbattere due case abusive su viale delle Industrie. A quanto risulta, queste strutture costruite nei primi anni 2000 non erano abitate, almeno nell’ultimo periodo.
Con questi due rimozioni il Comune ha inaugurato il pugno duro contro questo tipo di abusi che, oltre ad essere fuori legge, deturpano in molti casi il paesaggio cittadino. Nel caso più recente l’autore dell’abuso ha deciso di rimuovere volontariamente le strutture edificate senza i permessi del Comune su un’area agricola, molto evidente passando da viale delle Industrie all’altezza di San Donato. Ed è proprio questo l’obiettivo che il Comune si prefigge: avviare una dura campagna contro gli abusi in modo che i colpevoli decidano di demolire spontaneamente i fabbricati non autorizzati.
I costi dell’amministrazione per demolire le strutture abusive, infatti, potrebbero essere non indifferenti. Nel caso il trasgressore non rispondesse agli inviti degli uffici comunali, infatti, i costi dell’abbattimento dovrebbero essere anticipati dal Comune che poi si potrà rivalere sull’autore dell’abuso. La legge, in questo caso, viene incontro alle esigenze dell’ente pubblico dato che recentemente è stata introdotta la norma che, nei casi di abusi edilizi, prevede oltre la confisca dell’area, anche una multa pecuniaria di 20mila euro a carico del colpevole.
Il lavoro svolto dal Comune per andare a scovare questi casi di abusivismo edilizio parte da lontano e con una chiara direttiva politica di “tolleranza zero”: gli uffici hanno cominciato a tracciare un registro degli abusi dall’inizio dell’anno, poi hanno inviato le ordinanze di demolizione e solo ora si è passati alla fase “operativa”. A quanto riferiscono da Palazzo, prima dell’avvio di questa operazione di “aggiornamento”, i dati su questo tipo di problematica erano praticamente inesistenti: gli uffici hanno dovuto partire da zero nel censimento degli abusi. Dai dati più recenti sarebbero più di venti le ordinanze emesse dal Comune e, a fronte di queste, soltanto il proprietario dell’immobile di viale delle Industrie ha risposto positivamente all’”invito”. Come è facile immaginare, le aree più interessate a questo tipo di fenomeno sono quelle periferiche e, soprattutto, le zone con grandi spazi inedificati con aree libere o destinate a terreno agricolo.
L’assessore all’Urbanistica, Claudio Colombo, pone anche una questione paesaggistica (oltre all’evidente tematica di legge): il paesaggio cittadino, infatti, risulta spesso deturpato da questo tipo di insediamenti che non hanno nulla a che vedere con il contesto in cui sono inseriti e che spesso hanno anche problematiche di sicurezza.